Diciamolo apertamente, a Cisterna le cose non vanno affatto bene. E i cisternesi, in primis, se ne stanno sempre più rendendo conto.
Anche se poi lo “potrebbero intuire” anche i forestieri se gli venisse in mente di farsi un giro in città: le strade sono piene di buche e rattoppi, di opere incompiute ce ne sono a quantità (desiderata), le scuole sono ko, di iniziative culturali manco a parlarne, tasse alle stelle… Una città al declino, verrebbe da dire. E la risposta ai problemi ormai è sempre la stessa: “non ci sono i soldi”. E quindi?
…Bisognerà aspettare che l’ente vinca al Superenalotto per veder rinascere la città? La verità è che gli spazi dimenticati a se stessi, ancor più dimenticati da tutti (leggi: “da chi di dovere”, ovvero l’amministrazione comunale!), non possono essere visti come mere risorse economiche a cui attingere solo in tempo di crisi finanziaria, bensì rappresentano una possibilità di cambiamento, possiedono un valore intrinseco, capace di modificare il tessuto urbano che li circonda, offrire dei servizi e delle risposte ad interi quartieri, sia che si tratti dei giganteschi dormitori di periferia sia che delle aree storiche ad altissima densità, dove uno spazio vuoto acquista un potenziale inestimabile; valore che quindi deve essere messo a servizio della collettività e non lasciato nella fogna del dimenticatoio.
Dunque una soluzione ci dovrà pure essere. Al sindaco e ai suoi di fiducia, il compito di avviare la strategia giusta. Finora l’amministrazione Della Penna ha dato poca intraprendenza sul da farsi. Non è tagliando “tutto” che si rimpinguano le casse comunali, anche perché così facendo lo scontento generale aumenta. E non siamo certo noi cittadini che dobbiamo suggerire cosa e come fare. Che c’è crisi, il primo cittadino lo sapeva già in campagna elettorale…