Cisterna: Due anime per nulla intenzionate a sotterrare l’ascia di guerra. Lo strappo definitivo durante il consiglio comunale di ottobre da una parte Squicquaro e dall’altra Sambucci
Accuse e tradimenti come ai tempi della Reggia di Versailles. Più che un partito, il gruppo locale di Fratelli d’Italia sembra la corte transalpina ai tempi della rivoluzione francese. Lo strappo avvenuto a cavallo dei mesi di ottobre e novembre è un qualcosa che parte da lontano. Chi pensa infatti, che il tutto è stato generato dall’ultimo azzeramento della giunta, è fuori strada. Per capire la genesi di una frattura oramai insanabile, bisogna partire da quell’incontro galeotto, o carbonaro per usare un termine tanto caro a qualcuno, avvenuto sotto le feste di natale del dicembre 2019. L’oramai famosa foto, in cui c’erano gli iscritti di Cisterna ideale e i coordinatori provinciali di Fratelli d’Italia, ha innescato un effetto domino che ha portato agli ultimi eventi.
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Quella foto infatti, testimoniava l’ingresso dei consiglieri di Cisterna ideale nel partito di FdI; il tutto all’insaputa del coordinatore locale Vittorio Sambucci. Lo scatto poi finito sui giornali ha provocato non pochi imbarazzi. Dopo essere stati “scoperti”, gli idealisti hanno deciso di rimanere nella loro lista civica, seppur iscritti al partito di FdI. Una posizione che ha dato fastidio e non poco ai consiglieri del partito, innescando così una polemica prima interna e poi pubblica.
E qui era sceso in campo al fianco dei vari Mazzoli, Iazzetta, Antenucci e Ceri anche il “fratellone” Enrico Tiero. A lui il compito di tenere botta allo scontro dialettico con l’altra parte del partito.
Chi infatti ha buona memoria, ricorderà la lunga settimana dei comunicata stampa, con Sambucci da una parte e Tiero dall’altra. Tra chi rivendicava coerenza nelle scelte e chi invece apriva a nuovi ingressi, la questione è andata avanti per giorni sui giornali per per poi scemando grazie agli eventi che hanno cambiato la nostra abitudine.
Ma se il Covid è divenuto l’argomento principale, la strappo nel partito, mai ricucito, ha continuato ad allargarsi. E nemmeno il dualismo tra Lega e sindaco, è servito per ricompattare il gruppo e provare a presentarsi come il primo partito cisternese. Anzi proprio nel momento in cui la Lega era stata messa all’angolo, si è consumato lo scatafascio dentro Fratelli d’Italia.
Prima firmano la mozione di sfiducia al presidente del Consiglio Pier Luigi Di Cori (Lega), e poi sul filo di lana qualcuno ci ripensa. E quella mattina in Consiglio è successo di tutto: il consigliere Cavazzina, col supporto di Cassetti e Giordani scalzano il capigruppo Squicquaro e nominano proprio Cavazzina.
Un documento ufficiale e protocollato a cui viene contrapposto un foglio consegnato a mano al presidente del consiglio dagli idealisti, che improvvisamente decidono di lasciare la loro posizione civica ed entrare in FdI per poi riconfermare Squicquaro nel ruolo di capigruppo del partito. Un’azione che non ha bisogno certo di essere spiegata. Quel foglio al netto dei fatti, è carta senza valore e quindi Di Cori ha respinto quell’istanza.
E mentre tra i banchi della maggioranza si consumava il golpe, anche uno degli ultimi rimasti in giunta, e cioè Sambucci, veniva silurato dal sindaco. Impossibile poi non poter mettere nel giusto peso di questa decisione, la storia della mozione sulla moria del kiwi, avallata dal capogruppo di FdI e votata contro da due consiglieri vicini a Sambucci.
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La giusta conclusione di questo articolo è proposta dalla pagina Facebook del gruppo cisternese, alla voce informazioni c’era inizialmente scritto “Liberi, decisi e onesti”, mentre adesso “il partito sostiene posizioni di destra classica occidentale, ispirandosi all’esperienza di Alleanza Nazionale e mantenendo naturalmente legami storici con il Movimento Sociale Italiano”. Magari chi ha buona memoria ricorda come è andata a finire la storia di Alleanza Nazionale in provincia di Latina.