Quirino Mancini è il presidente del consiglio comunale di Cisterna da ottobre 2021. Aveva già ricoperto lo stesso ruolo venti anni fa. Al debutto con Carturan e tornato in scena con Mantini, si può definire testimone diretto, e dalla stessa prospettiva, di due epoche politiche completamente differenti. Il tutto condito da un approccio da ingegnere e professore, un mix decisamente interessante.

Intere generazioni di studenti ITIS di Cisterna lo ricordano dietro la cattedra e con la stessa diligenza di studenti molto curiosi abbiamo chiesto al Presidente Mancini di concederci questa intervista. Già Presidente del Consiglio dal 1999 e per l’intero primo quinquennio guidato da Mauro Carturan, è stato poi assessore con lo stesso Carturan dal 2004, anno in cui si contraddistingue tra le altre cose per la promozione dell’Università a Cisterna. Poi il lungo silenzio politico interrotto con la candidatura nella lista montiana “Conosco Cisterna”, affianco di Valentino Mantini, nell’ultima tornata elettorale. Del ritorno al ruolo di partenza, di confronto tra stagioni e diversi stili politici ma soprattutto del suo bilancio di questi primi due anni, abbiamo parlato a ruota libera col Presidente Mancini che si definisce un “tecnico” e da buon ingegnere sviscera le cose in maniera analitica e a volte un po’ caotica, senza però le edulcorazioni tipiche dei politici di mestiere.

Iniziamo guardando al passato. Che ricordo ha della sua passata esperienza da Presidente del Consiglio e come è cambiato Quirino Mancini oggi rispetto ad allora.
Ai tempi della mia passata esperienza da Presidente del Consiglio, nel 1999, ero un vero e proprio neofita della politica. E fino a quel momento vedevo la politica come un elemento marginale. Quando poi sono stato, come dire, chiamato e mi è stato chiesto se volevo candidarmi e provare l’esperienza di diventare consigliere comunale, ho capito che quella poteva essere un’occasione per entrare, diciamo così, nell’ambiente politico e vedere se potevo portare il mio contributo. La mia mentalità è ingegneristica e questa, purtroppo, non si sposa molto bene con la politica. Quell’esperienza fu però abbastanza positiva. Ricordo ad esempio quando lo redigendo, in un Natale, lo Statuto in Conferenza dei capigruppo. Con il grande supporto dell’allora Segretario Generale e anche grazie al contributo dell’avvocato Salvatori. Quella in particolare fu per un’occasione personale che diede inizio al mio interesse verso le leggi e i regolamenti. Tutto sommato pensai che non mi sarebbe dispiaciuto fare l’avvocato invece che l’ingegnere. Comunque l’esperienza passata la ricordo positivamente.

Beh, quegli anni rappresentarono un po’ una rivoluzione, sia dal punto di vista politico che amministrativo…
Beh la vera “Rivoluzione” venne dopo. Vabbè, diciamo che con l’ex Sindaco Carturan ci siamo poi allontanati per fede e altri motivi. Non condividevo alcune sue modalità di gestione che possono pure rientrare nella prassi politica, però non coincidevano con le mie modalità. E mi è dispiaciuto. Gli ultimi anni della gestione Carturan non li conosco, quindi non posso proprio parlarne. Ma da quello che abbiamo trovato da quando siamo stati eletti devo desumere che non fosse più il cartografo di una volta. Probabilmente a causa delle difficoltà personali. Faccio fatica a riconoscere, diciamo, questo parallelismo tra il comportamento iniziale e quello finale della stessa persona. Detto questo l’esperienza di adesso è diversa, molto diversa. Soprattutto perché c’è un rapporto di fiducia col Sindaco Mantini, che conosco da anni. Da quando andavamo all’università quindi orientativamente saranno 50 anni. (sorride, ndr). Non era nelle mie intenzioni tornare in prima persona in politica e solo dopo aver parlato con Valentino mi sono convinto a partecipare al suo fianco. Penso di essere stato uno degli ultimi ad essermi candidato. Dovrei essere incolpato di essere salito sul carro dei potenziali, perchè non ci credeva nessuno, vincitori.

Che giudizio sente di poter dare a questa prima parte di esperienza al governo?
Devo dire che se dovessi dare un giudizio complessivo allo stato attuale, il giudizio è positivo. Direi anche molto positivo. Stiamo cercando di portare il nostro contributo in tutti gli aspetti che riteniamo p
iù importanti. Con quali risultati? Onestamente abbiamo trovato una macchina amministrativa un po’ arrugginita. Abbiamo scoperto tanti e tanti, tanti -chiamiamoli così- “punti oscuri” nel bilancio che stiamo richiamando e verificando. Forse la gente neanche riesce ad immaginare lo sforzo, anche perché non lo mettiamo in evidenza. Se troviamo un difetto, lo ripariamo. Questa è una cosa che ci rimproverano molti, ma per mia convinzione personale so che abbiamo fatto già tante cose positive, e abbiamo risistemato situazioni inimmaginabili.

Le ragioni di questa situazione che ci dice avete trovato, secondo Lei, sono imputabili ad una pregressa o prolungata gestione del potere prima di voi o riconducibili a cosa? Glielo chiedo anche per capire meglio in effetti di cosa parliamo…
Partendo dalla situazione relativa ai dipendenti. Come noto molte persone, molti funzionari, molti impiegati sono andati via, hanno richiesto di andar via dal nostro Comune. E, ritengo, molto probabilmente perché si sono trovati in difficoltà. Certo, ce ne sono tanti che si sono spostati perché si sono avvicinati a casa, perché hanno visto un avanzamento di carriera e quant’altro. Molti però sono andati via perché magari il lavoro negli uffici non era proprio coordinato o non del tutto condiviso. Ovviamente così una persona lavora male. Si sente oppresso e quindi preferisce andar via. Noi abbiamo una carenza di personale notevole.

Un tema che abbiamo già trattato, anche con il primo cittadino. Mancano una sessantina di unità circa.
Sì, questi sono i numeri rispetto l’organigramma. Credo che avremmo l’opportunità, dopo il consuntivo, di inserire qualche altra unità. Ma al di là di questo. Quello che ho trovato è un modo di procedere e di fare non riconducibile alla correttezza completa, diciamo. Ed è complicato rimettere in moto meccanismi corretti.

Torniamo alla sua personale esperienza. Lei ha vissuto due rivoluzioni politiche, la prima con Carturan e adesso con Mantini. Qual è stata o è la più potente e soprattutto determinate per il futuro di Cisterna?
E’ un po’ difficile rispondere a questa domanda, perché su alcuni aspetti potrei dire la prima, quella di Carturan contraddistinta dai lavori, dalle importanti opere pubbliche. Insomma, se ti racconto la modalità con la quale Carturan ha fatto aprire la circonvallazione (ride, ndr) ha dell’inverosimile. Però credo che il Sindaco Valentino Mantini si muova sempre nella correttezza, non è proprio capace di andare fuori dall’ordinario. E oggi è questo quello di cui si ha bisogno.

Però questa non può essere una pecca politica? Soprattutto vista dagli occhi dell’opinione pubblica che si aspettava la tanto promessa “rivoluzione” e invece oggi vede difficoltà anche nell’ordinario…
Voglio sottolineare un aspetto. L’aspetto della sanità. Ti ricorderai tutto quello che è successo a proposito dell’ex Pronto Soccorso. Voglio dire. È proprio difficile comprendere che un Pronto Soccorso degno di questo nome ha bisogno di apparecchiature eccelse nel funzionamento, perché se una persona ha un attacco al cuore, deve andare all’unità coronarica nel più breve tempo possibile. Non deve andare all’ex Pronto Soccorso. Quello che adesso è il PAT serve a risolvere solo quelle questioni di ordinaria importanza. Purtroppo dobbiamo essere tutti edotti anche dal punto di vista medico. Se ad un parente gli succede una certa cosa devi immediatamente capire da te stesso se è il caso di andare subito in un centro specializzato, piuttosto che in strutture non all’altezza dell’emergenza.

Questo concetto è il medesimo esposto dal consigliere Maggiacomo durante il convegno di qualche mese fa. Il problema rimane però sul fatto che magari non tutti possono essere edotti nel prendere questa decisione e l’offerta di Cisterna, in ogni caso, è inadeguata per la sua popolazione.
Questa ormai è una realtà comune. Ogni città dovrebbe avere un ospedale super attrezzato con la risonanza magnetica, la TAC eccetera…sappiamo che non è così per nessuno. Rispondo però alle critiche di chi voleva mantenere una struttura medica chiamata Pronto Soccorso che non può essere un Pronto Soccorso. Non lo è per direttive dall’alto, perché la sanità in questi anni ha subito un ridimensionamento.

Presidente, visto che ha scelto di parlare di sanità è giusto fare anche un’altra considerazione insieme. Se durante la campagna elettorale il Sindaco, da ex dirigente regionale, viene in città con l’allora Assessore alla Sanità Alessio D’Amato, la gente si aspetta un forte cambio di passo in quell’ambito, questo è il messaggio che si è voluto far passare. Voi puntavate molto sulla Casa della Salute, che poi si è trasformata in Casa della Comunità. Al momento non sappiamo a che punto siamo e sono passati due anni dall’insediamento…
Un centro vaccinale a Cisterna ti sembra una cosa da poco? Ci sarebbero riusciti gli altri sindaci? No, te lo dico io. Un’altra cosa ti voglio dire, questa la so’ per esperienza personale, indipendentemente dal ruolo. Al quartiere San Valentino, per scegliere il medico, si presentava qualche vecchietto verso le quattro di mattina che prendeva i numeretti e poi alle otto li rivendeva, mi pare che c’era una tariffa di 3€ l’uno, una cosa del genere. Beh, ci siamo interessati subito di questa cosa e abbiamo risolto subito il problema.

Torniamo alla sua duplice esperienza di Presidente del Consiglio. I cambiamenti di processi e regolamenti congiuntamente al cambio della politica hanno reso più semplice o più complicato il suo ruolo? Insomma cosa è peggiorato o cosa è migliorato?
Ti faccio alcuni esempi pratici. All’inizio del mandato, trovai che la Commissione toponomastica da regolamento spettava, nella Presidenza, all’opposizione. A mio giudizio l’opposizione esercita un ruolo che ha questo nome: opposizione. Io l’ho trovata una cosa assurda, anche perché erano due anni che non si riuniva. Un’amministrazione che è stata chiamata a governare non può stare ad aspettare l’opposizione. Quando l’opposizione è propositiva senza alcun dubbio, infatti nel prossimo Consiglio comunale abbiamo due punti, due regolamenti dove abbiamo recepito le osservazioni e proposte di Pier Luigi Di Cori e Gino Cece, abbiamo apportato le modificate e le portiamo in consiglio.

Quindi diciamo che ho trovato peggiorata la politica, più che i regolamenti…
Anche i regolamenti, e infatti volevo metter mano anche ad altri. C’è un altro fatto storico, ma no storico a lungo, storico a breve. Noi abbiamo le Commissioni consiliari che se tu indaghi tutti i Comuni d’Italia non sono così numerose (il riferimento è alla modifica apportata durante la scorsa consiliatura su spinta dell’allora opposizione oggi tutta in maggioranza, ndr) L’istituto delle Commissioni è quello di rimpicciolire il Consiglio comunale per una discussione perché altrimenti le discussioni in Consiglio comunale andrebbero alle calende greche. Ho anche proposto all’inizio di rivedere l’organizzazione delle Commissioni, ma c’è poco tempo a disposizione e, alla fine, i problemi reali sono altri e così tanti. Ma una Commissione di 12/13 persone è impensabile. Ribadisco, non è un tema rilevante. Le cose stanno andando così e continueranno così. Ma se arriveranno indicazioni dal governo, secondo me è necessario pensare ad una modifica.
A questo si sono aggiunte anche le modifiche sulla gestione dei tempi in consiglio comunale, necessarie ad evitare dibattiti fiume.

Sulla gestione degli interventi abbiamo sentito spesso l’opposizione accusarla di non imparzialità, hanno un pochino ragione o la sua è solo estrema fiscalità?
Allora io devo dire che riguardo a questo aspetto non mi sento di accettare le critiche sulla mia imparzialità, anzi confesso che qualche volta questa accusa mi viene rivolta dalla maggioranza, non dall’opposizione. Sono contrario a definire i tempi di intervento perché la discussione stessa ti fa capire se vale la pena dedicare maggior tempo oppure ti fa capire se uno ciurla nel manico. Non ho mai inteso limitare il tempo di espressione ai consiglieri. In apertura di seduta il sindaco può chiedere la parola per fare brevi dichiarazione o commenti su fatti di particolare importanza o attualità. Ha 5 minuti e lo stesso vale per tutti i gruppi. Ma se un certo consigliere fa la domanda all’assessore quella si chiama interrogazione non è una comunicazione di inizio Consiglio. Ho assistito in questi mesi a certe richieste…ma ti ricordi quando qualcuno chiese al Sindaco del fatto che Eleonora Della Penna si era iscritta al PD? Ma che cosa c’entra questa cosa col Consiglio? Ma siamo matti, ma veramente…(ride, ndr) ma ci devi fare un’interrogazione in Consiglio comunale? Ma fa un articolo sul giornale!

Sulla sua nomina come Presidente del Consiglio non c’è stata una grandissima discussione all’interno della maggioranza. Attorno al suo nome c’è stata subito coesione. Il ruolo della Presidenza del Consiglio negli anni passati, invece, ha sempre creato malumori all’interno della maggioranza. Possiamo dire che lei sarà il Presidente del Consiglio da qui alla fine dell’amministrazione Mantini?
Oggi io non ho aspettative politiche per il futuro. Ho 72 anni, se mi va bene facciamo questi altri tre anni. E dopo? Voglio dire, posso sicuramente aiutare, dare una mano e scegliere in base alle mie convinzioni ma non ho il taglio per altro. Anche se qualche politico si offenderà, tra virgolette, io sono un tecnico. Mi piace la giustezza e la giustizia e per queste cose sono disposto a farmi ammazzare.

Un nome per il prossimo presidente del Consiglio. Lei chi vedrebbe bene su quella poltrona, magari tra i suoi attuali colleghi di amministrazione?
Beh, ci vuole onestà intellettuale per fare il Presidente del Consiglio, perché il Consiglio comunale è un organo separato e devi fare in modo che funzioni sia per la maggioranza sia per l’opposizione. Il Presidente non si può prestare a giochi di parte, anche se viene eletto dalla maggioranza. Deve essere considerato una persona per bene da tutte e due le componenti.

Non me lo fa questo nome insomma…
Non lo so. No, no, non saprei.