Abbiamo chiesto al Geometra Giorgio Libralato, da anni consulente delle famiglie di via Monfalcone di Borgo Montello, un’opinione sulle società e una sua panoramica sulla gestione dei rifiuti che esca dal nostro territorio
A Cisterna c’è grande apprensione dopo il via libera regionale alla realizzazione di un mega impianto per la produzione di BioMetano. La società che si occuperà di questo impianto è la Rifuture srl. Presieduta da Giorgio Cardona, un nome non nuovo per questa provincia. Così come non nuova suona la società Ind.Eco srl presente anch’essa in questo progetto.
Facendo una semplice ricerca nel web- dice Giorgio Libralato- dopo aver scaricato la documentazione del progetto di BioMetano, si scopre che la società RIFUTURE S.r.l., per il 60% di proprietà di “Greenthesis Group” e per il 40% del Gruppo Marini Impianti Industriali. La società “Greenthesis Group” nella sua pagina ufficiale riporta tra gli impianti del gruppo che la “Ind.Eco. S.r.l.” è una società Ind.eco detenuta al 100% dalla Greenthesis S.p.A. con sede nel Comune di Latina (Loc. Borgo Montello) che svolge attività di smaltimento di rifiuti non pericolosi di origine urbana e di produzione energetica. “Nella stessa pagina web della società si riportano: I NUMERI DI UN IMPIANTO STRATEGICO. Superficie complessiva di circa 750.000 mq Superficie bacino di discarica di circa 300.000 mq. Rifiuti già Conferiti 4.800.000 mc.
La società IND.ECO. Srl opera all’interno della discarica di Borgo Montello dal 1990. Anche la società IND.ECO. Srl è stata audita dalla commissione contro le ecomafie ed è stata interessata da alcuni interventi del tribunale di Latina. I volumi autorizzati alla società IND.ECO.srl nella discarica sono stati dichiarati esauriti dal 05/08/2015 e l’8/1/2016 l’ultimo bacino coltivato è stato sequestrato dalla Procura di Latina con l’ipotesi del superamento dei volumi autorizzati.
Sembra esserci un filo conduttore che collega questi eventi al passato, ma anche ad altri progetti che si affacciano in giro per la provincia. Puoi farci una tua analisi e panoramica su cosa dobbiamo aspettarci dal binomio provincia-rifiuti? L’argomento rifiuti in provincia di Latina e nel Lazio – ci racconta Libralato- sconta diverse problematiche con una programmazione ed una gestione del ciclo insufficiente, oggetto di diverse procedure di infrazione dalla Comunità europea e di continui interventi della Magistratura e anche dei Tribunali Amministrativi. Il ricorso continuo alla nomina dei commissari è l’ennesima dichiarazione del fallimento della politica del ciclo dei rifiuti. Per fare un’analisi attuale e delle prospettive future occorre partire dall’approvazione del piano regionale dei rifiuti del 5/8/2020 e dei vari documenti e allegati ivi contenuti. Tra questi i verbali della conferenza dei sindaci della provincia di Latina (anche dopo approvazione PRF del 5/8/2020) e della stessa provincia. In particolare la provincia di Latina ha una presenza di impianti sia per il TMB (il trattamento meccanico biologico attraverso il quale deve passare l’indifferenziato) che per la frazione umida, molto superiori (oltre il doppio) al fabbisogno provinciale. Senza contare i numerosi (di cui non c’è un conto e una capacità ufficiale) impianti di fanghi, biomasse, biogas, BioMetano che trattano la frazione umida e che non vengono conteggiati nel PRF del 5/8/2020. C’è solo il fabbisogno della discarica anche se con quantitativi residuali visto l’aumento della percentuale della raccolta differenziata.
Le recenti elezioni amministrative sembrano aver stravolto, ancora una volta, l’orientamento della politica provinciale dal 2016 a oggi che pensava di dividere in due o tre zone provinciali con relativi sub ambiti e quindi con 2 o 3 siti per discarica provinciale (nord, centro e sud della provincia). L’orientamento del neo presidente è invece quello di ubicare il sito di discarica nel nord della provincia (forse Aprilia o Cisterna o Latina). Invece il neo commissario regionale sembra procedere sul lavoro svolto dai tecnici della provincia. Di fatto la mancata regolamentazione degli impianti energetici anche nella zona agricola ne ha stravolto le caratteristiche tra produzione energetica e spandimento di fanghi, di digestato e di compost fuori specifica.
Ancora una volta – conclude il geometra- la politica non riesce a programmare come non è riuscita a definire gli ATO (gli ambiti territoriali ottimali) che sono la base dell’attuazione del piano regionale dei rifiuti. In ogni caso ad oggi esistono i soli progetti di discarica della Paguro (Aprilia) e di Borgo Montello.