Scontro M5S e Monica Marasca. I pentastellati: “Non prenda come esempio i suoi vecchi alfieri”. La replica: “Vi denuncio”

C’era da aspettarselo. La nomina di Monica Marasca come membro consigliere all’interno del Cda della nuova Cisterna Ambiente tutta pubblica, ha scatenato le dure reazioni da parte dell’opposizione con il M5S in testa: “Se per gestione “in house” il sindaco Mauro Carturan intende “carrozzone” per militanti o amici e parenti degli amici, noi non ci stiamo – avevano tuonato Capuzzo e Sarracino in un post sui social – Quali sono le competenze dell’ex candidata del Nuovo Centro Destra (NCD) che potrà offrire alla nuova società pubblica? Ci auguriamo fortemente che l’attuale componente di Fratelli d’Italia non prenda come esempio i suoi vecchi alfieri rimasti colpiti dall’inchiesta Touchdown”.

Proprio quest’ultima affermazione non dev’essere andata giù all’ex consigliere comunale Marasca che sulle pagine de Il Messaggero di Latina si difende: “Non sono mai stata coinvolta nell’inchiesta. Ho dato mandato al mio avvocato (il candidato a sindaco di Fondi di Fratelli d’Italia Giulio Mastrobattista) affinchè prenda i provvedimenti del caso”.

Una reazione che ha lasciato sbigottiti i pentastellati: “La nostra critica politica è stata strumentalizzata e deviata su questioni personali derivanti da fantasiose interpretazioni di un comunicato dove una semplice traduzione da italiano a italiano è sufficiente a capirne il senso senza avere il bisogno di interpellare giuristi”.

Insomma non proprio un inizio idilliaco per il nuovo Consiglio di Amministrazione che dopo la rinuncia dell’avvocato Censi si è visto arrivare una pioggia di critiche. D’altronde è il classico gioco delle parti tra maggioranza e opposizione.

Ma cosa c’è di vero dalle affermazioni dei diretti interessati? Se da un lato fanno sorridere quelle di Federica Censi che ha rinunciato dopo appena 48 ore per “precedenti impegni lavorativi”, quelle tra M5S e Marasca vanno a riaprire una ferita aperta per la città. Cerchiamo di capire il perché.

Dall’inchiesta touchdown infatti sono derivate accuse pesanti verso ex amministratori locali, tra cui anche colleghi del partito di Monica Marasca. Nell’ottobre del 2017 infatti, la Marasca e un nutrito gruppo dell’allora maggioranza decise di passare in blocco in Forza Italia. Tra questi c’erano Giovanni Giarola, Danilo Martelli ed Alvaro Mastrantoni, tutti candidati all’interno della lista del Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, successivamente poi coinvolti nell’inchiesta che fece cadere il sindaco Eleonora Della Penna.

Se da un lato è del tutto veritiero che Monica Marasca non è mai stata indagata in quell’inchiesta, è altresì vero che il suo nome compare indirettamente all’interno dell’informativa della Procura della Repubblica perché tirata in ballo dai suoi colleghi di partito.

Stralcio dell’informativa della Procura della Repubblica – Inchiesta Touchdown

In una delle intercettazioni trascritte dai Carabinieri infatti, Danilo Martelli e Giovanni Giarola parlavano di come “comprare” alcuni consiglieri di maggioranza secondo le loro “condizioni”.

Questo lo stralcio dell’informativa

“Tu come ti puoi comprare un consigliere comunale, parliamoci (inc.), te lo puoi comprare solo con i soldi, coi soldi … a questi devi dargli i soldi, 500 euro al mese (inc.) tutti i mesi stanno zitti e non rompono i coglioni e secondo me uno te lo compri più con 500 euro al mese che con una delega del cazzo, sei convinto?”.

Dopo aver tirato in ballo l’ex consigliere Antonio Lucarelli e anche attuali esponenti della maggioranza del sindaco Carturan, come Fabiola Ferraiuolo e il “nuovissimo” Alfredo Cassetti, Martelli e Giarola continuavano la loro discussione, facendo cenno anche al consigliere del loro stesso gruppo Monica Marasca, che Giarola indicava come persona che certamente avrebbe “preteso”, e che tuttavia Danilo Martelli diceva poter gestire dal momento in cui fosse riuscito a farle assumere il fratello. A tal riguardo, rimarcando le reali intenzioni, faceva cenno a quello che avrebbe detto in caso contrario a lei ed ai suoi genitori “Ti ho detto io chiamo i genitori, chiamo tutti quanti, da oggi in poi non voglio più (inc.) da qua a 10 anni dovete fare quello che dico io, perchè non lo faccio gratis, perchè chi la mette fissa gli faccio fare un discorsetto Gianni (riferendosi a Giarola), io non è che dormo da piedi eh! Io quando mi sto zitto vuol dire che…”.