È tornato a parlare l’ex factotum della politica e imprenditore locale. Questa volta è lo stesso Domenico Capitani a mettere la faccia e lo fa direttamente sul suo nuovissimo canale YouTube
Nel corso di una ripresa insieme ad un giornalista locale, Capitani ha messo alla luce un problema che riguarda la Banca Popolare del Lazio. La banca di credito cooperativa, a lungo sulle cronache locali soprattutto quelle veliterne, dopo aver acquisito la quasi totalità delle azioni ma non diventando socio unico, come ci tiene a precisare Capitani, della Banca Sviluppo Tuscia Spa, starebbe per far confluire anche all’incirca 50 filiali. Il passaggio dell’acquisizione, arrivato direttamente dopo consiglio della Banca d’Italia, ha sollevato non poche critiche da parte soci della BpL con Capitani a guidare la protesta.
“Sono profondamente contrario a questa azione da parte degli amministratori. Un problema di forma e merito” e qui l’imprenditore se la prende con gli amministratori della popolare, i quali sarebbero responsabili del mancato ascolto dei soci. “Non si può fare un passaggio del genere senza passare per l’assemblea dei soci. Ci verranno a dire nella futura delibera di consiglio di amministrazione che i soci sono stati ascoltati e che avranno dato il loro sostegno a questa azione. Questo non è così”.
Secondo Capitani insomma a guadagnare da questo affare sarebbero solo i pochi fortunati soci azionisti fondatori della BST. La Banca Popolare del Lazio infatti sarebbe entrata per salvare la banca viterbese, in difficoltà dopo il commissariamento di qualche anno fa, portando all’interno della Spa circa 50 filiali.
Per l’imprenditore cisternese un’altra difficoltà che stanno vivendo i soci della BpL sarebbe la mancata possibilità di prelevare le loro quote di partecipazione. “La BpL è una banca cooperativa che non fornisce azioni, ma quote”. Questo fattore renderebbe impossibile la possibilità di avere accesso al credito personale che avviene solo al momento del decesso del socio.
“La popolare del Lazio è una banca che da anni chiude con utili. Sta bene sul mercato e molte altre banche o imprenditori potrebbero essere interessati a rilevarla. Questo però non avverrà perché avere una quota o averne mille è stessa identica cosa all’interno di una società cooperativa”. Aspetto proprio che non va giù all’imprenditore e che molto probabilmente, non è proprietario di poche quote di partecipazione. “È venuto a mancare quell’equilibrio che fino a poco tempo fa era la stessa banca a dare”. La soluzione secondo Capitani sarebbe stata semplice, e cioè “trasformare la cooperativa in Spa”. Ma questo, dopo la partecipazione in BST non sarà più possibile.