Un lavoro di approfondimento durato più di dieci anni, protagonista Cisterna e le sue origini. Abbiamo ascoltato Francesco Andrea Buonincontro e Francesco Pompili, gli autori esordienti di “Cisterna, l’isola perduta”. Un viaggio nella storia antica e medievale della città dei butteri che come anticipa il titolo, potrebbe essere stata addirittura un’isola

“Dopo una lunghissima gestazione è finalmente disponibile il nostro libro. Abbiamo raccolto notizie e rilevanze storiche del medioevo di Cisterna. Scoperte inedite, pergamene trascritte per intero, elaborazioni grafiche, poi basiliche, monasteri, traslazioni di reliquie, atti notarili, mappe e tanto altro ancora. Speriamo che il nostro contributo alla storia di Cisterna, vi incuriosisca e inneschi una nuova discussione sui temi trattati. A proposito, sapevate che Cisterna potrebbe essere stata un’isola?”. Con queste parole qualche settimana fa i due autori locali Pompili e Buonincontro presentavano la loro prima opera sulla pagina facebook dedicata. Incuriositi, soprattutto dal titolo e dall’interessamento di molti utenti social, abbiamo fatto quattro chiacchiere con i due Francesco…

Ragazzi, andiamo subito al sodo: di cosa parla la vostra opera?
L’opera prende in esame la storia medievale di Cisterna e degli insediamenti anticamente presenti nel suo territorio comunale. Abbiamo scelto di studiare questo periodo storico perché non era mai stato approfondito prima e abbiamo fatto alcune scoperte inaspettate che abbiamo pubblicato nel libro. Si tratta di scoperte legate essenzialmente alla vita civile e religiosa dei cisternesi durante il medioevo.

Data la vostra età, la domanda sorge spontanea: da dove nasce questa passione e cosa vi ha spinto a scrivere “Cisterna, l’isola perduta”?
Il nostra interesse nasce da bambini ed evolve durante la nostra adolescenza e giovinezza. Sono ormai più di dieci anni che per passione facciamo ricerche su Cisterna e così abbiamo deciso di mettere finalmente insieme appunti e immagini raccolte per scrivere un saggio storico.

Perché il titolo “Cisterna, l’isola perduta?
Perché probabilmente Cisterna è stata un’isola, circondata da due rami del fiume Antico, come appare anche sulla copertina.

Con quale aspettativa avete prodotto questo libro e, soprattutto, ci sarà un seguito?
L’obiettivo del libro è divulgare il più possibile la storia del nostro territorio, così poco conosciuta. E’ probabile che ci occuperemo di altri temi storici che riguardano la nostra amata Cisterna in futuro, ma per ora siamo contenti di essere riusciti a pubblicare questo libro, che ha avuto una gestazione lunghissima.

Quanto tempo di studio e di lavoro vi ha richiesto?
Più di 10 anni, sicuramente. Abbiamo col tempo perfezionato studi e scoperte. Le nostre ricerche sono state fatte molto spesso sul campo, nell’archivio di Stato di Roma, di Latina e nell’archivio diocesano di Velletri.

Il sigillo del 1802 con il motto “Communitas Trium Tabernarum”

Questo lavoro di approfondimento vi ha sicuramente portato a scoprire aspetti interessanti della nostra cultura. In chiusura, volete lanciare un messaggio?
Sì! Anzi, delle vere e proprie proposte. Ovvero quella di inserire il motto “communitas trium tabernarum” nello stemma cittadino, il motto si trova su un sigillo del 1802, e favorire la creazione di una società di storia patria pontina.