Cisterna ha avuto l’assegnazione di un finanziamento pari a quasi 8 milioni di euro. Gli interventi prevedevano la valorizzazione del patrimonio monumentale con interventi sullo storico Palazzo Caetani, l’accessibilità alle grotte; la realizzazione di una pista ciclabile di collegamento tra il centro città ed il quartiere San Valentino; due parcheggi fotovoltaici. la creazione di una rete WiFi pubblica e la sperimentazione di un sistema integrato e intermodale a zero emissione con una flotta di mezzi a trazione elettrica tra cui il bike sharing…

A.A.A. Cercasi smartcity. E quando si usa questo termine in città il discorso subito si sposta sul progetto Plus. Torniamo ad occuparci dei progetti con i fondi europei e torniamo a farlo dopo le parole poco rassicuranti pronunciate dal sindaco qualche tempo fa: “Sono già andato in Procura ad autodenunciarmi. Le biciclette non ci sono più, i bus elettrici non funzionano, non voglio e non posso essere io a spiegare perché queste cose non funzionano”. In effetti questi progetti sono stati fatti sotto l’amministrazione Merolla e inaugurati sotto quella di Eleonora Della Penna. E adesso che c’è Carturan di queste migliorie fatte con gli otto milioni piovuti dall’Europa sono rimaste ben poche in piedi o funzionanti.

Ad accendere il nostro interesse più di tutte le cose è il servizio di bike-sharing. E mentre noi stavamo incominciando a scartabellare tra determine e progetti del Plus, la sera del 7 novembre sul noto tg satirico “Striscia la notizia”, mandano in onda un servizio su “To-bike” (CLICCA QUI per vedere il servizio), ovvero il sistema di bike-sharing di Torino “cannibalizzato” proprio come quello di Cisterna. Ma non è tutto. Guardando con attenzione il servizio, abbiamo fatto caso che il banner sulle stazioni di presa e deposito mezzo, c’era un banner con la stessa grafica di Cis-bike, cioè il servizio che esisteva a Cisterna. Una rapida ricerca sulla rete ha fugato ogni dubbio: l’azienda che ha curato il servizio di bike-sharing nel capoluogo piemontese è lo stesso che l’ha fornito a Cisterna.

Un servizio durato fino al 2017 (e iniziato a fine del 2015) poi delle biciclette nessuno ne ha saputo più nulla. Ben 28 biciclette tradizionali e 10 biciclette elettriche inizialmente dislocate presso le 5 stazioni create alla Stazione ferroviaria, in Piazza XIX Marzo, nel piazzale del cimitero, nel parcheggio via Monti Lepini, e davanti al centro sociale di San Valentino. Di questi 38 mezzi molti sono stati vandalizzati e altri forse finiti in magazzino. Ci sarebbe piaciuto chiedere all’attuale assessore delegato dove si trovano oggi quelle bici, ma l’azzeramento della giunta non ci ha permesso di avere una figura di riferimento a cui porre i nostri quesiti.

L’ultima figura politica che ne ha parlato è stato Pierluigi Ianiri all’epoca assessore delegato: “L’appalto con Bicincittà è scaduto – spiegava nel 2017 Ianiri – cercheremo di riattivare il servizio il prossimo anno, procedendo ad un nuovo bando con le poche risorse di bilancio. Non sarà facile, visto che i costi di gestione, per i ripetuti atti vandalici, sono elevati e la risposta dell’utenza fino ad oggi non ha trovato un punto di equilibro per l’autogestione”.

Andando infatti a spulciare sul sito di Bicincittà, il comune di Cisterna non compare più nell’elenco delle città servite dal loro servizio. L’Amministrazione a cui faceva riferimento Ianiri è poi decaduta per i motivi che tutti conosciamo e di quel bike-sharing che doveva cambiare la mobilità in centro, nessuno si è più interessato dopo di lui. Di una cosa Ianiri aveva ragione, l’alto costo di gestione.

Spulciando infatti sull’albo pretorio storico si scopre i costi del servizio di affitto delle biciclette in comune. Il progetto come detto fa parte del Plus alla voce “sistema integrato ed intermodale di mobilità ZEV” , per il quale era prevista una spesa complessiva di euro 1.068.649,00. Di questa risorsa circa 275mila è stata destinata al bike sharing: in data 18 marzo del 2014 è stato sottoscritto il contratto d’appalto per la fornitura di una flotta di biciclette per un primo stock ad uso pubblico di tipo tradizionale ed a pedalata assistita e l’affidamento della gestione/manutenzione della stessa per anni uno per un importo pari a 195 mila euro.

A questo, in data 29 giugno 2015 è stato sottoscritto un secondo contratto d’appalto per la fornitura di un secondo stock oltre all’affidamento della gestione/manutenzione per un importo pari a euro 79.300,00. La validità del contratto in ambo i casi è stata annuale. Una volta scaduta la convenzione si è provveduto nel 2016 a prorogare la gestione semestrale per un importo pari a euro 18.300,00 (riscontrabile attraverso la determina numero 21 del 13 luglio 2017).

Adesso da tali cifre si può comprendere benissimo che finiti i soldi del Plus, per il Comune tenere in piedi un sistema del genere è divenuto dispendioso, anche a fronte dei continui atti vandalici. Forse era il caso di pensarci bene prima, e cercare di cucire un progetto in base alle esigenze della città e non seguire quanto fatto nelle grandi città, se poi i risultati sono come quelli fatti vedere da Luca Galtieri a Torino…

CONTINUA NELLA PROSSIMA USCITA DI SCAMBIAFFARI CARTACEO…