A febbraio ci siamo occupati del caso di un medico di base che, secondo la denuncia di una donna anziana non deambulante, si era rifiutato di visitarla a domicilio nonostante le numerose patologie. il motivo: l’emergenza Covid. Una storia che sembra non essere l’unica leggendo la denuncia di un cittadino arrivata nella posta della nostra redazione e che racconta come anche adesso, fuori dallo stato di emergenza, la situazione è pressoché la stessa.

Sembra non essere un caso isolato quanto raccontato nel numero di febbraio di Scambiaffari. Quella della sanità a Cisterna è un tema molto delicato che palesa diverse criticità, tra le quali quella del ricambio dei medici di base. Se molti professionisti sono oramai prossimi al pensionamento, le nuove leve sono sempre di meno. Così accade che un dottore si ritrova ad avere un’infinità di pazienti. Tutto questo provoca situazioni come quelle raccontate sul nostro giornale, di certo non un caso unico.

Nelle scorse giornate infatti, nella posta elettronica della nostra redazione è giunta una lettera di una cittadino che, dopo aver letto l’articolo sulla signora di 90 anni con problemi di deambulazione e che si è vista rifiutare la visita domiciliare dal suo medico, ha deciso di scriverci per raccontare anche lei una storia molto simile: “Sono un cittadino di Cisterna rimasto profondamente colpito dall’articolo – pubblicato sul vostro giornale nell’ultima edizione – relativo alla superficialità con la quale un medico di base ha trattato la paziente novantenne che chiedeva una visita a domicilio. Colpito, perché è quanto è avvenuto a me con il mio medico di base, il quale – peraltro – pur essendo io un soggetto fragile, non mi ha inserito nella categoria e non si è reso disponibile per facilitarmi la somministrazione della prima dose di vaccino Pfizer, dicendo che non era di sua competenza. Sono mesi che cerco di cambiare medico, ma quelli che hanno posti disponibili in passato si sono comportati in modo poco professionale. Ora mi chiedo e chiedo cosa accadrà quando i medici storici e deontologicamente ineccepibili di Cisterna andranno in pensione?”

Un bel quesito che al momento non trova risposta.

Di sicuro c’è una carenza di medici di base, un problema che non riguarda solo il territorio di Cisterna ma anche i comuni di Cori e Rocca Massima. Un problema finito ad aprile anche in commissione regionale, con il consigliere regionale del Carroccio, Angelo Tripodi che durante il question time, ha chiesto lumi all’assessore Alessio D’Amato.

Dall’interrogazione con risposta immediata è emerso che lo scorso 7 aprile è stato avviato l’aggiornamento della graduatoria degli incarichi MMG proprio per le zone carenti. Sono tutt’ora in corso le procedere per l’assegnazione degli incarichi agli aventi diritto. Vedremo se questi incarichi saranno anche in centri lontani come Rocca Massima.

L’assistenza sanitaria in Italia fa capo a due figure importantissime: il medico di base (o di famiglia) e il pediatra. Questi medici non sono dipendenti delle aziende sanitarie, ma prestano i loro servizi dietro uno specifico accordo, operano cioè in “convenzione” con il Servizio Sanitario, valutando le cure e gli approfondimenti necessari per i pazienti, regolando l’accesso ad esami, visite specialistiche, ricoveri e trattamenti (farmacologici e non). In particolare il medico di base è una fondamentale figura di collegamento tra il cittadino e il Servizio Sanitario Nazionale.

Per questo abbiamo riportato integralmente la missiva arrivata in posta, proprio per permettere a questo cittadino come ad altri, di poter raccontare la loro storia. Storie che magari possono essere d’aiuto per altri concittadini ma anche per i medici. Una professione che, prima di essere un lavoro rappresenta una vocazione, una “chiamata”, anche se non tutti poi quando rispondono al telefono sono così disponibili.

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