Consiglio comunale infuocato. Si dimette l’assessore al bilancio Gildo Di Candilo e poi il sindaco Mauro Carturan. Al centro i rinvii sul rendiconto di gestione 2019 e querelle centro commerciale sull'”ex-Manifatture del Circeo”

Si è concluso da poco più di mezz’ora un consiglio comunale a dir poco infuocato e non di certo per le alte temperature estive di giornata. Accuse, urla e addirittura dimissioni hanno fatto da padrone in questa convocazione.

Ma andiamo con ordine. Il consiglio comunale si è aperto con le consuete interrogazioni fiume da parte dei consiglieri di opposizione, prima di arrivare alla discussione dei punti all’ordine del giorno. Ben 11, di cui almeno un paio fondamentali per le sorti dell’amministrazione. Dopo l’approvazione dei primi due punti e l’ingresso del nuovo consigliere comunale Alfredo Cassetti, entrato in sostituzione del neo assessore Simonetta Antenucci, si è arrivati al primo scontro.

Sul tavolo il punto numero 3: Approvazione del Rendiconto della gestione per l’esercizio 2019 ai sensi dell’art. 227 del D.Lgs. n. 267/2000. Quel rendiconto attenzionato già dal Prefetto di Latina che ne intimava l’approvazione entro e non oltre i venti giorni dalla notifica, pena il commissariamento dell’amministrazione comunale.

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Dopo la relazione letta dall’assessore al bilancio Gildo Di Candilo, sono partite le osservazioni da parte della minoranza, con una contro relazione (se così vogliamo chiamarla) a firma gruppo Innamorato-PD. Secondo i consiglieri di minoranza infatti, oltre ad avere errori di forma, la rendicontazione avveniva fuori dei termini richiesti dal regolamento. A questo punto, su proposta del sindaco, il punto è stato ritirato con successivo rinvio dell’approvazione. Un atto poco digerito dall’assessore Di Candilo che ha rimesso pubblicamente nelle mani del primo cittadino le sue deleghe. Per poi alzarsi ed andare via dall’assise in modo contrariato.

Documento letto dal gruppo civico Maria Innamorato e Pd Cisterna

Questo dunque il primo scossone di giornata, ma non di certo l’ultimo.

A distanza di pochi minuti e dopo aver approvato il punto n. 4 e cioè la convenzione per l’esercizio associato delle funzioni di Segretario Generale tra il Comune di Cisterna di Latina e il Comune di Anzio, lo scontro si è spostato sui successivi punti che riguardavano alcuni variazioni di bilancio. Punti anche questi ritirati dal sindaco per “incapacità” , visto l’allontanamento dell’assessore al bilancio.

Anche il nuovo regolamento per l’arredo esterno delle attività commerciali ha visto molte polemiche tra maggioranza ed opposizione. Con un lungo dibattito. Cosa differente per il punto numero 10, approvato in tempi celeri.

Ma il peggio per l’amministrazione Carturan doveva ancora avvenire. Dopo giorni di veleni tra gli stessi componenti della maggioranza e dopo oltre 7 ore dall’inizio del consiglio comunale, è arrivato il momento del punto più atteso da giorni: Progetto di riqualificazione e recupero di un sito industriale dismesso posto a ridosso della s.r, 148 Pontina al km 64,00 con la realizzazione di un parco commerciale e di un parco naturalistico presentato dalla Società Giafra s.r.l.. La maggioranza, in totale stato di agitazione e alla ricerca costante di verificare se ci fossero i numeri necessari per l’approvazione, ha visto ritirare il punto dopo la dichiarazione di dimissioni da parte del sindaco. Un atto del tutto inaspettato che ha spiazzato i presenti e non.

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Ad accendere la miccia è stato il consigliere di opposizione Gianluca Del Prete, che durante il suo intervento ha presentato una serie di documentazioni che hanno fatto “balzare dalla sedia” perfino il segretario generale dell’ente.

Ad intervento concluso, il sindaco Carturan ha preso la parola e dopo aver richiesto espressamente la registrazione dell’intervento, dichiarando di avere l’intenzione di portare tutto all’attenzione della Procura della Repubblica, ha dichiarato l’intenzione di rassegnare le proprie dimissioni da sindaco di Cisterna di Latina.

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Al momento dunque si attende l’atto protocollato con il quale partiranno i venti giorni a disposizione del sindaco per tornare indietro su i propri passi oppure confermare la decisione. Ci attendono giorni di fuoco e come per oggi, le temperature estive non saranno la causa.