Tre candidati per tre schieramenti. Il centrodestra di Di Cori e Sambucci pare favorito, ma il “gruppo di centro” di Carturan è pronto a dare battaglia. Il centrosinistra che prova a creare una coalizione intorno al nome di Mantini. Intanto la prima sorpresa: tra i candidati consiglieri ecco la figlia di Mauro Carturan, Maria Renè

C’è un silenzioso ma costante fermento politico a Cisterna. All’indomani delle dimissioni dal notaio di 13 consiglieri comunali che hanno sancito la fine dell’amministrazione Carturan è partita la caccia al candidato per le prossime elezioni previste in autunno. Previste, appunto, perché nell’era del Coronavirus avere certezze è diventato impossibile. Ma in ogni caso guai a farsi trovare impreparati. E allora in città è iniziato il più classico “mercato delle vacche” dove il corteggiamento diventa via via estenuante e poco importa l’appartenenza ad un partito rispetto ad un altro: quando si va ad elezioni in un comune come il nostro che conta sì quasi 40mila abitanti, ma che è ancora fortemente legato alle relazioni personali, professionali e sentimenti, la comparanza batte la militanza.

E al momento la battaglia elettorale sembra delinearsi per essere una corsa a tre. Con qualche contorno. Il centro-destra, forte della storica e solida struttura partitica provinciale, pare essere in vantaggio dispetto agli altri schieramenti. Il tandem Di Cori-Sambucci, rispettivamente Lega e Fratelli d’Italia, è molto forte nel cuore della città. Quel “centro” fatto di professionisti e “vecchie glorie” politiche che venti anni fa venivano spazzate via dal ciclone di borgata Carturan e che oggi cercano il riscatto, per se stessi o per un familiare. Lo stesso ex presidente del consiglio comunale Di Cori, infatti, è genero dello stimato pediatra, col passato da consigliere comunale PDL, Alberto Scaini.

Lega e Fratelli d’Italia per ora hanno un solo obiettivo: vincere con il centro-destra unito. Si, ma come? Certo non basta annettere il partito di Toti, CambiAmo. La vera corteggiata è Forza Italia ma le distanze locali al momento sono molto ampie e se il partito guidato dal senatore fondano Claudio Fazzone lasciasse la guida all’ex consigliere di opposizione Gino Cece– che è anche cognato di Antonello Merolla, a sua volta cognato del Ministro Brunetta– la reunion oggi sembrerebbe impossibile. E allora ecco partita la grande mobilitazione verso il sud pontino- zona rossa permettendo- che vedrebbe protagonisti i forzisti della prima ora, quelli coi voti insomma. Da Valentino Leone, figlio dell’ex sindaco Amedeo e già assessore con Antonello Merolla, fino addirittura a Luigi Ganelli, quel presidente del consiglio di Eleonora Della Penna tanto detestato dal gruppo di Di Cori dopo la convocazione del consiglio comunale di sfiducia all’ex sindaco. Una partita a scacchi dove ogni pedone può risultare determinante, con la scacchiera provinciale a fare da campo di battaglia. Cisterna è così entrata prepotentemente nella discussioni e disposizioni verticistiche, provinciali e regionali, al centro del baratto politico con città importanti come Latina e Roma. Il candidato sindaco infatti secondo queste logiche qui dovrebbe toccare a Fratelli d’Italia, anche se il nome principale al momento sarebbe sempre quello del leghista Pier Luigi Di Cori.

Il centro-sinistra dal canto suo sta provando a mettere in piedi una sorta di coalizione, ma i contorni incerti di quest’ultima e il distacco elettorale di partenza, fanno si che nessuno si sbilanci su quale possa essere la figura da mettere come candidato sindaco. Il gruppo Innamorato e il PD di Cisterna hanno da settimane solo un nome per la testa: quel Valentino Mantini già candidato a sindaco nel 2004. Una figura di spicco nel desolante panorama del centro-sinistra locale ma che, pare, ancora non sciolga del tutto la riserva.

Rumor raccontano che la voglia di diventare sindaco a Mantini infatti non mancherebbe, ma questa volontà è al momento frenata dalla competitività di una sua eventuale coalizione. Il dirigente infatti non vuole ripetere il risultato di rappresentanza di diciassette anni fa, quando prese poco più di due mila preferenze. E allora Innamorato e PD avrebbero rassicurato lo stesso Mantini aprendo a Movimento 5 Stelle e agli ex consiglieri rimasti fedeli a Mauro Carturan. Parole però che sarebbero state smentite dal comunicato del “gruppo misto” di qualche giorno fa (LEGGI QUI), dove gli ex consiglieri hanno rimarcato la volontà di mettere in campo una loro proposta per la città. Sta di fatto che far circolare il nome di Valentino Mantini quando mancano ancora molti mesi alle elezioni non pare una strategia politica pagante, a meno che il gruppo Innamorato-PD non abbia un altro “asso” nella manica.

Infine c’è il terzo polo. Quello dei rimasti fedeli a Mauro Carturan fino all’ultimo giorno. La batosta presa con la sfiducia ancora pesa parecchio, soprattutto sulla lucidità. E allora, considerata la situazione, la tattica intrapresa dall’ex primo cittadino è una sola: fare confusione. Arte che gli riesce pure bene. Un giorno di candida a sindaco, l’altro si ritira, l’altro ancora si ricandida, ma poi è tutto uno scherzo.

Incassato l’appoggio dei semper fidelis -ad uno ad uno chiamati in queste settimane- e il ritorno al dialogo con Gianluca Del Prete avrebbero rinvigorito Carturan che come di consueto inizia a sparare le sue cartucce. Con l’incognita di quale ruolo ritaglierà per se. Le dichiarazioni social che aprono ad una candidatura a sindaco dell’ex art.90 Laureta Jaku (insieme a Renato Campoli) e di Giancarlo Bisogno (insieme a Carlo Buonincontro) altro non sarebbero che i primi sassolini lanciati nello stagno. Bisogno per tre volte ha rinnegato, ma la numerologia biblica è sempre piaciuta a Carturan. Sta di fatto che questo “Terzo polo” sarebbe molto forte nella periferia della città e dunque si candiderebbe ad essere il vero spauracchio del duo Di Cori-Sambucci. Ma lo stesso Carturan sa bene che in caso di ballottaggio non avrebbe nessuna opportunità di vittoria. E allora chi candidare sarebbe il vero enigma che riecheggia durante i numerosi incontri nel quartier generale di Borgo Flora.

Intanto ecco la prima vera sorpresa: scende in campo come candidata consigliere Maria Renè Carturan, figlia ovviamente di Mauro Carturan. Per l’occasione l’abbiamo ascoltata. Maria Renè è di origine boliviana e non ha dimenticato il suo passato, anzi. “Fin dall’età di 4 anni sono stata una bambina che voleva difendere chiunque fosse in difficoltà a qualunque costo”. A detta sua è pronta a lavorare per gli ultimi, quelli dimenticati, quelli che vengono da un paese lontano proprio come lei e che a Cisterna rappresentano quasi il 10% della popolazione “vorrei essere la loro portavoce. Io sono stata fortunata nell’essere stata adottata da Mauro Carturan e questa fortuna la voglio trasmettere a chi non può parlare o farsi sentire” e poco conta il fatto che l’ex sindaco nell’ultima amministrazione aveva l’appoggio del partito del prima questo e dopo quello. “In questo momento bisogna essere uniti” ci ha detto Maria Renè. “Vorrei conoscere le associazioni presenti sul territorio per poter creare uno One Stop Shop, cioè un centro servizi per le persone con fragilità sociali anche a Cisterna in questo momento di Covid dove tutti siamo più poveri, tutti siamo soli”.