Come si diagnostica il Covid, che differenza c’è tra i vari esami e quanto costano. Tutto quello che c’è da sapere
Il Covid-19 non ha cambiato solo le nostre vite e le nostre abitudini ma anche il nostro linguaggio. E così è ormai di uso quotidiano parlare di mascherine, di lockdown o isolamento e coprifuoco. Ma c’è un altro aspetto che sebbene continuamente evocato ancora non è chiaro ai più, ovvero il vasto mondo della diagnosi per il CoronaVirus. Complice anche una organizzazione ed informazione diagnostico-sanitaria finora alquanto caotica, per molti la giungla dei test sierologici-rapidi- tamponi, tra strutture private e ASL, è un groviglio di nomi che gettano ancor di più nel panico del “che fare” davanti a questa insidiosa malattia mondiale.
Cerchiamo allora di fare chiarezza, partendo dai vari tipi di test -spiegandone differenza di esecuzione e risultato- e come si è organizzata la Regione Lazio, anche con le strutture private, in virtù delle recenti disposizioni.
I TEST A DISPOSIZIONE
All’inizio era disponibile solo il tampone faringeo (o naso-faringeo), successivamente sono stati realizzati test sierologici per la ricerca degli anticorpi diretti contro il nuovo Coronavirus. Il tampone serve per diagnosticare la presenza del virus nell’organismo e quindi a scoprire se c’è un’infezione in corso. Il tampone può essere molecolare o “rapido”, ovvero il test antigenico. I test sierologici, invece, servono per capire se una persona è già entrata in contatto con il virus. Anche in questo caso si distinguono in due tipi, classico e rapido. Vediamoli tutti più nel dettaglio.
Tampone -Test molecolare – È il cosiddetto “tampone”, il test attualmente più affidabile, quello che oggi viene utilizzato per la diagnosi di infezione da coronavirus. Viene prelevato con un lungo bastoncino, simile ad un cotton-fioc, un campione delle vie respiratorie del paziente. L’analisi può essere effettuata solo in laboratori altamente specializzati e formalmente individuati dalle autorità sanitarie e richiede in media dalle due alle sei ore dal momento in cui il campione viene avviato alla processazione in laboratorio.
Tampone-Test antigenico – Detto anche “tampone rapido”, questa tipologia di test è basata sulla ricerca, nei campioni respiratori del paziente, delle proteine virali (antigeni). Le modalità di raccolta del campione sono del tutto analoghe a quanto detto prima, a differenza i tempi di risposta sono molto brevi (circa 15 minuti), ma la sensibilità e specificità di questo test sono inferiori a quelle del test molecolare, quindi le diagnosi di positività ottenute con questo test devono essere confermate da un secondo tampone molecolare.
Test sierologico classico – Mentre il “tampone”, sia esso molecolare o rapido, individua nelle secrezioni respiratorie del paziente il virus o le sue proteine, il test sierologico (o immunologico) rileva la presenza nel sangue degli anticorpi specifici che il sistema immunitario produce in risposta all’infezione, la loro tipologia (IgG, IgM, IgA), ed eventualmente la loro quantità. Questo test richiede un prelievo di sangue venoso, e viene effettuato presso laboratori specializzati.
Test sierologico rapido – I test sierologici rapidi si basano sullo stesso principio di quelli classici, ma sono semplificati e danno risposte solo di tipo qualitativo, dicono cioè soltanto se nell’organismo sono presenti gli anticorpi specifici per il virus. Questi test sono di semplice esecuzione, hanno tempi di risposta di circa 15 minuti e possono essere effettuati anche al di fuori dei laboratori: sul dispositivo di rilevazione viene depositata una goccia di sangue ottenuta con un pungidito, e la presenza di anticorpi viene visualizzata mediante la comparsa sul dispositivo di una banda colorata o di un segnale fluorescente.
È importante sottolineare che i test sierologici, per la loro stessa natura, non sono in grado di dire se il paziente ha una infezione in atto, ma soltanto se è entrato o meno in contatto con il virus. Il test molecolare è considerato il gold standard per la diagnosi, mentre gli altri metodi vanno utilizzati se non si dispone della possibilità di accedere al test molecolare classico, oppure per scopi diversi dal contesto diagnostico, quale la sorveglianza epidemiologica.
Ora che abbiamo le idee più chiare su come e cosa diagnosticano i vari test in circolazione, passiamo ai chiarimenti burocratici sottolineando che i cambiamenti e le novità organizzative in ambito dell’offerta diagnostica regionale sono all’ordine del giorno.
Intanto è notizia di un paio di settimane fa che il TAR ha accolto il ricorso di alcuni laboratori privati contro la decisione della Regione Lazio di far eseguire i test molecolari solo da uno dei laboratori della rete regionale CoroNet Lazio, che dunque non saranno più solo di competenza ASL. E già in odor di sentenza la Regione aveva aperto una manifestazione di interesse per i laboratori privati che intendono effettuare i tamponi molecolari. Dieci le strutture che hanno risposto.
Due le condizioni necessarie: processare 5mila tamponi al giorno e rispettare alcuni criteri di garanzia stabiliti dall’Istituto Spallanzani di Roma. Più semplice invece l’accesso ai test rapidi, sia sierologici che antigenici che da oltre un mese possono essere eseguiti nei centri privati autorizzati. L’accordo con la Regione prevede che, nel caso di esito positivo, la struttura privata proceda direttamente al prelievo del campione naso-faringeo e lo invii ai laboratori regionali della rete Coronet, gli unici finora validati dall’Istituto Spallanzani, senza oneri ulteriori né a carico dell’utente e né a carico del servizio sanitario regionale.
E soprattutto ad un costo ben preciso, non superiore ai 20 euro per il test sierologico e ai 22 euro per il test-tampone antigenico. E proprio attorno ai prezzi- che arrivano in molti casi a essere raddoppiati- sono scattate qualche giorno le verifiche e sospensioni e da parte dei Nas anche sulla provincia di Latina con la richiesta agli utenti, da parte della Regione, di segnalare rincari e alle forze dell’ordine di sorvegliare.