LICENZIATA MENTRE ERA IN COMA – La vicenda ha fatto scalpore ed è stata ripresa dai maggiori quotidiani nazionali e da alcune emittenti televisive nazionali. Parliamo del licenziamento di Arianna Cimmino, cittadina di Cisterna, che nel momento più delicato della sua vita si è vista portare via un diritto che è sancito dal primo articolo della nostra Costituzione, il diritto al lavoro

Arianna è una donna affetta da fibrosi cistica, una malattia genetica che colpisce soprattutto l’apparato respiratorio e digerente. È dovuto all’alterazione di un gene che determina la produzione di muco eccessivamente denso che provoca la chiusura dei bronchi e porta a infezioni respiratorie ripetute.

Arianna per tanti anni ha subito le conseguenze di questa malattia “invisibile”, poiché non comporta sintomi visibili, nel 2019 riesce finalmente ad ottenere un trapianto di polmoni ma nei giorni in cui si trova in ospedale viene licenziata dalla cooperativa per la quale lavora da 21 anni. Lei, purtroppo, non è l’unica persona ad essere licenziata dalla cooperativa ma con lei vengono licenziate anche altre 12 persone disabili.

“Con me hanno toppato – afferma Arianna molto amareggiata – ancora mi dovevano estubare, a due giorni dal trapianto mia mamma e mia sorella non mi hanno detto niente perché ho avuto un arresto cardiocircolatorio, quindi io facevo l’adrenalina ogni tre giorni e i medici gli hanno detto che io non potevo subire traumi. Loro me lo hanno detto dopo una settimana”.

Noi abbiamo conosciuto Arianna qualche anno fa per una vicenda che ha interessato il comune di Cisterna che le ha negato il parcheggio per diversamente abili a causa di un cavillo burocratico nel regolamento dei parcheggi per disabili. In quell’occasione Arianna, nonostante la sua malattia, è stata un persona profondamente determinata nell’andare fino in fondo alla questione, sostenuta dalla sua amica, un avvocato che l’ha aiutata nella vicenda.

Purtroppo, Arianna non ha ottenuto il parcheggio per disabili ma afferma che “davanti a me trovo sempre persone che mi ostacolano ma mi aiutano. Non ho attenuto la concessione però la gente mi ha riconosciuto e adesso il parcheggio è sempre libero, se altre persone occupano il parcheggio, i condomini li fanno spostare perché serve ad una ragazza disabile”.

Arianna intervistata da Le Iene e nel servizio di Coffee Break su La7

Anche in un’altra occasione Arianna si è battuta per i suoi diritti e lo ha fatto a livello nazionale poiché è stata chiamata da Maurizio Costanzo nel 1995 “per parlare della mia malattia. Anche in quel periodo non avevo un lavoro ma la gente mi mandò dei soldi” a significare che la solidarietà delle persone è più immediata, e a volte più sicura, dei meandri ingarbugliati della burocrazia e delle istituzioni.

Arianna nei giorni scorsi è stata contattata da una signora che si è resa disponibile, qualora ne avesse necessità, ad attivare una colletta per farle avere dei soldi ma “io non voglio soldi – sottolinea Arianna – io voglio un lavoro, voglio lavorare. Tutti noi 13 disabili vorremmo lavorare”. Ci tiene a precisare, inoltre, che nessuno delle istituzioni di Cisterna “si è fatto sentire e ha detto cerchiamo di aiutare un attimo Arianna, che è una nostra concittadina. Non ho sentito nessuno. Mi farebbe piacere – è il suo appello – se qualcuno delle istituzioni mi chiamasse e mi dicesse ‘ti possiamo aiutare in qualche modo?’”.

Di battaglie ne ha fatte e continuerà a farne perché il rispetto della dignità della persona, soprattutto se fragile, e il rispetto di diritti sanciti dalla carta costituzionale sono il faro che guida Arianna nella sua intrepida vita, dove si è scontrata con tante persone ma ha ricevuto anche tanta solidarietà e sostegno. Ora che la sua vita è ad una svolta, grazie al trapianto di polmoni, vorrebbe che le cose andassero meglio ma così non è purtroppo perché “è vero che sono trapiantata ma adesso non posso fare tutti i lavori del mondo, anzi posso dare il 100% ma adesso è tutto più delicato. L’essere trapiantato non significa guarire”.

L’augurio di Arianna è che si possa risolvere questa controversia e ci sia il giusto riconoscimento per un diritto che è stato violato. Si augura che possa essere reintegrata a lavoro così come gli altri 12 suoi colleghi. Il 20 gennaio prossimo ci sarà l’udienza e fino ad allora Arianna si augura che possa finire di lottare e possa iniziare a vivere una vita piena e senza ostacoli. “Fisicamente sto bene – conclude – È psicologicamente che sono amareggiata e arrabbiata”.