Continuano le interviste ai candidati alla prossima poltrona di primo cittadino di Cisterna. Dopo Bisogno, Coluzzi, Jaku e Mantini, è il turno di Pier Luigi Di Cori. Una lunga chiacchierata sui temi più importanti della città, quali sanità e rifiuti. immancabile un passaggio sul momento della politica locale: “Non sarò soltanto il candidato sindaco della Lega”
Partiamo dalla fine, sei uno degli ultimi candidati, forse non l’ultimo in attesa della decisione del terzo polo. Voi del centro-destra siete partiti in vantaggio avendo una quadra della situazione già ben delineata. Come mai tutto questo tempo per convergere sul tuo nome?
I giochi ancora non sono finiti. Sono fiducioso in un’ulteriore ampliamento delle mia coalizione. C’è il tempo del confronto, delle discussioni, ma poi dopo deve arrivare il tempo delle decisioni. Nonostante quel pizzico di personalismo e quelle aspettative di ogni singolo candidato. Adesso siamo arrivati alle ore finali e credo che debbano essere messe da parte le questioni personali per far subentrare i concetti politici. Ci stiamo confrontando con altre forze politiche sui grandi temi che riguardano la città. Tematiche fondamentali per la crescita futura di Cisterna. La bretella Cisterna-Valmontone è fondamentale perché rappresenterebbe un rilancio a 360 gradi. Dopo questo terribile momento di crisi c’è bisogno di un nuovo rinascimento. Ovviamente lo stato e gli altri enti devono aiutarci ed ecco l’importanza della filiera politica.
Avete quindi già stilato con la coalizione i punti fondamentali del programma?
Abbiamo recepito tutte quelle proposte e istanze che hanno permesso di buttare giù una prima bozza di programma. Almeno per quanto riguardano i temi principali, come per esempio la sanità. Parliamo del PAT, gli altri fanno gli scioperi, fanno articoli sui giornali, noi siamo stati gli unici ad aver fatto i fatti. Abbiamo avuto il coraggio di andare a cercare lo studio legale, l’avvocato per fare ricorso contro il presidente della Regione Lazio e la Asl che hanno una connotazione politica ben precisa. È chiaro che una città di 40mila abitanti non può andare avanti con una struttura sanitaria che alle 20 chiude, che non ha più servizi. Questa è una mancanza della politica da 20 anni a questa parte. Cisterna ha bisogno di una struttura sanitaria sua. Noi faremo una battaglia atroce su questo.
Un altro esempio è stata la mancanza di un drive-in a Cisterna durante la pandemia…
Esattamente. Guarda caso, i principali servizi sanitari dove li stanno mettendo? Ad Aprilia, a Cori, addirittura anche a Giulianello. Questa è tutta responsabilità della politica sanitaria regionale.
E cosa può fare un’amministrazione comunale?
Deve fare le sue battaglie inserendo sul tavolo i suoi progetti, le sue iniziative. Bisogna far capire alla Asl e alla Regione Lazio che anche Cisterna ha bisogno dei servizi essenziali sanitari. Serve dunque una struttura adeguata per ospitare tutti questi servizi.
Quindi una casa della comunità?
A me non interessa come si chiama. A me interessano i servizi che poi ci saranno dentro. Assistenza per i malati cronici, un pronto soccorso della medicina d’urgenza ed emergenza, pista d’atterraggio per l’elicottero e ambulanze Ares. Possibile che a noi debbano sempre depotenziare?
Tema rifiuti. La vostra linea è sempre stata quella di una gestione dei rifiuti di matrice pubblica. Nella prossima campagna elettorale continuerete su questa linea nonostante i problemi degli ultimi tre anni?
La gestione dei rifiuti deve essere controllata dal comune. Lo abbiamo detto in tutte le lingue, in tutte le salse, noi chiediamo soltanto una cosa: che la figura del Direttore Generale sia una figura che venisse presa/scelta da un bando pubblico. A noi non interessa chi sia il presidente o chi componga il CDA. Il tema dei rifiuti è importantissimo e fondamentale. Un’azienda che tratta il rifiuto non può essere concepita soltanto come l’azienda che svuota il cassonetto e lo va a dare chissà dove. Quel rifiuto deve essere lavorato, deve essere una risorsa. È arrivato il momento che alcune tematiche vengano prese con la giusta considerazione. In primis c’è il bisogno di informare la gente su come altre città smaltiscono il rifiuto. A Copenaghen sciano sopra un termovalorizzatore. A Montecarlo e a Vienna c’è un termovalorizzatore al centro della città. Impatto ambientale zero. Per l’opinione pubblica quando si dice termovalorizzatore vengono in mente quelle canne lunghe col fumo nero… Il problema è solo quello dell’individuazione della zona. Per l’impianto privato appena approvato dalla Regione sono rimasto sbigottito dal procedimento utilizzato, dalla metodologia. La politica non può venire a sapere della realizzazione di un impianto di quella portata leggendo i giornali o le testate online. È scandaloso. Noi andiamo in Consiglio comunale, approviamo tutti l’impianto di compostaggio di 7mila tonnellate, solo per il fabbisogno della nostra città, poi la Regione Lazio ci ribalta tutto? Noi cosa ci andiamo a fare in consiglio comunale? A fare le marionette?
“La politica torna in piazza” sono parole dette durante l’incontro con Salvini che si contrappongono al problema del crollo dell’affluenza al voto. Che cosa deve fare la politica per riavvicinare la cittadinanza?
Si deve parlare di politica, di contenuti. Le coalizioni non si devono formare solo in prossimità delle elezioni amministrative. Questo è già un primo passo importante. La politica deve riavvicinarsi alla città, alle persone. Noi abbiamo avuto un grande coraggio, mettendo un grande palco in una piazza grande e stando in mezzo alla gente, mettendoci la faccia. Anche con il rischio di prendere insulti. Non bisogna avere paura di stare in mezzo alla propria gente. La mia campagna elettorale sarà improntata sullo stare in mezzo alla gente e tra la gente. Io lo farò sempre, lo facessero anche gli altri. Li vorrei proprio vedere montare un palco, nel cuore della città, con un microfono in mano e sono proprio curioso di sapere quante persone si avvicineranno a sentirli. Vorrei sentire le altre coalizioni di fronte ai grandi temi come intendano parlare. Vorrei sentirli parlare ad esempio sul tema dei rifiuti. Sono curioso di sapere come intendano gestire i rifiuti. Sulla bretella Cisterna-Valmontone vorrei sentire cosa ne pensano queste coalizioni a freddo.
L’ultima amministrazione era trasversale però…
Vero, ma non l’abbiamo fatta mica noi quella coalizione, fu una scelta del sindaco. Adesso visto che sono io il candidato, la decido io. La passata amministrazione comunque sia ha sempre approvato compatta i punti in consiglio comunale. Poi purtroppo qualcuno non ha ben capito i tempi e i modi politici. Quando si vince un elezione c’è il tempo da dedicare per governare. Noi comunque non metteremo nessun veto. I fedeli di Carturan sono vicini a me e alla mia espressione politica. Parliamo di persone che hanno fatto parte di partiti come Fratelli d’Italia. Noi dobbiamo capire un concetto fondamentale: con la morte di Mauro Carturan è finita un’epoca. Cambia tutto. È stata una persona fondamentale per lo scenario politico cisternese. E se ancora stiamo a pensare a quello che è successo 6 mesi fa è sbagliato. Io spero che Fratelli d’Italia possa trovare la giusta coesione perché poi di riflesso la si troverà all’interno di una coalizione. Io spero che a breve si possa risolvere tutto per avvicinarci alla campagna elettorale tutti più sereni.
Cosa ti ha lasciato l’esperienza da Presidente del Consiglio comunale?
Un’esperienza bellissima. Ho avuto un consiglio comunale con personalità non facili da gestire. Il clima politico poi era inquinato. Avevamo un sindaco che rompeva spesso le righe. Mi ritengo nel complesso soddisfatto soprattutto perché dopo 25 anni siamo riusciti a rinnovare lo statuto, il regolamento del consiglio comunale e delle commissioni. Oltre che finalmente siamo riusciti ad avere un bilancio partecipativo. Questo è successo, per onestà intellettuale anche grazie ad altre componenti politiche. Abbiamo lavorato bene, in sinergia, indipendentemente dai colori politici. Quello è stato un grande esempio di politica.
Un messaggio per i cisternesi…
Io parteciperò a tutti gli incontri in cui si parlerà di contenuti politici. Non farò incontri pubblici o a litigare con gli altri, non è nella mia cultura. Il clima diffamatorio non è nella mia storia a quel livello non voglio scendere. Cercherò di portare il livello della discussione un po’ più in alto. Non farò il sindaco burocrate o il passacarte. Intendo fare il sindaco che prenderà decisioni, mi assumerò le responsabilità che prenderemo insieme alla mia squadra. Se siamo arrivati a questo punto è grazie a loro e adesso questa squadra si deve allargare, deve diventare sempre più forte. Mi dispiacerà se qualcuno ci rimarrà male. I viaggi che qualcuno fa e che voi avete pizzicato io non li faccio e non li farò mai.