Sabato 18 dicembre si sono svolte le elezioni provinciali per il rinnovo di Presidente e Consiglio. Elezioni che oramai da 7 anni a questa parte non coinvolgono più i cittadini ma solo i consiglieri comunali ed i sindaci chiamati a votare i loro colleghi candidati. A Cisterna le maggioranze che si sono susseguite in questi anni hanno sempre portato a casa un loro eletto, stavolta la storia è andato un pochino diversamente e l’unica rappresentante ad averla spuntata è stata Federica Felicetti in quota Lega, grazie anche all’appoggio di parte della maggioranza.
Si chiamano elezioni di secondo livello perché non coinvolgono il corpo elettorale in maniera diretta, né attivamente né passivamente, ma soltanto gli eletti dei vari comuni. Al netto del giudizio democratico, le provinciali sono dunque ormai un interessante appuntamento che svela accordi e prediletti, attriti e tradimenti, in seno alle amministrazioni e nei partiti. Complice infatti un corpo elettorale così ristretto e riconosciuto e il voto ponderato che attribuisce un peso maggiore ai rappresentanti dei comuni più grandi, queste elezioni posso sembrare fatte “a tavolino” e dall’esito scontato. Senza dimenticare, però, che spesso i comuni hanno delle loro peculiarità tutte interne.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE QUESTO – Politica: La provincia della discordia
Lo scorso 18 dicembre è stato eletto Presidente Gerardo Stefanelli, sostenuto da Forza Italia, PD e dall’eterogeneo gruppo delle civiche. Il Sindaco di Minturno ha avuto la meglio sul suo collega di Itri, Giovanni Agresti sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia. A Cisterna che la situazione fosse sui generis si era capito sin dalle candidature: ben 5 i consiglieri cisternesi che hanno corso per la promozione a Via Costa di cui 3 espressione della maggioranza Mantini. Ci si aspettava, secondo logica, che la neo amministrazione convergesse su un’unica candidatura (si era inizialmente ipotizzato addirittura di una discesa in campo diretta del Sindaco) o comunque che questa amministrazione, di fatto accreditata in quota PD, proprio in favore di tale lista convergesse il suo pesante voto (Cisterna fa parte dei comuni di fascia E ovvero con peso di voto maggiore, dietro solo a Latina).
E proprio la ponderazione dei voti consente di “svelare” verosimilmente il segreto del voto nell’urna. Dei 5 candidati l’unica eletta è stata Federica Felicetti che ha raccolto ben 4 voti da Latina, un tesoretto fondamentale in quanto voti pesantissimi. E infatti lei stessa, in una pubblica nota social, ha ringraziato i colleghi salviniani del capoluogo che sicuramente a causa dei precari e particolati equilibri che coinvolgono attualmente il comune di Latina, hanno preferito non spendersi in prima persona e chiudere un accordo con la consigliera cisternese.
Nella fascia E, quella di Cisterna, la Felicetti ha preso 8 voti. Molti di più insomma del suo gruppo di coalizione che conta 3 eletti. E se si considera che la sua collega di opposizione nella stessa fascia ha preso 3 voti, gioco facile si può escludere il sostegno di FDI che ha compattamente sostenuto la sua eletta Antenucci. Rimane dunque facile ipotizzare che abbia pescato tra i civici- di opposizione e maggioranza- i voti in più ottenuti. Stessa analisi può essere fatta, rimanendo nel campo delle ipotesi ma supportati dalle fasce di voti riportati dal verbale di scrutinio, per gli altri candidati. Maria Renè Carturan (Conosco Cisterna, candidata in provincia con la Lega) ha preso 2 voti nella fascia di Cisterna. Idem Elio Sarracino (M5S, candidato con le Civiche Pontine), Aura Contarino (PD) 8 voti.
Determinante in questo quadro pare essere stato dunque il gioco delle civiche Conosco Cisterna e Sempre Cisterna. Che pare abbiano spacchettato ma comunque, considerato il risultato, rispettato gli accordi fatti mesi fa per il secondo turno. Con buona pace della “sinistra”.