Prudenza e responsabilità: ecco la fase 3.
Continua il nostro viaggio nelle storie di tutti i giorni di chi lotta, rinizia e si reinventa per un nuovo domani.
Quanto tempo occorre per cambiare l’esistenza ad un uomo? Un attimo, e a volte invece non basta una vita.
È un imprevedibile, raro e lontano, a cui non badiamo presi della nostra quotidianità. Accade ad un certo punto che quell’imprevedibile diventa addirittura invisibile ad occhio nudo ed è in grado di cambiare la vita all’intera umanità contemporaneamente, senza far distinzioni tra confini, Stati, ruoli e gerarchie.
Questo abbiamo vissuto con il coronavirus e questo continueremo a vivere da domani.
Non ho mai creduto che questa esperienza potesse renderci migliori ma sono certa che ci ha reso più consapevoli. Ciascuno conserverà il proprio ricordo delle settimane di lockdown, delle città silenziose, delle saracinesche abbassate, dei parchi chiusi e del divieto di incontrarsi. Del tempo che si è fermato e dello spazio che si dilato. Della natura tornata padrona.
C’è l’esperienza personale, sì, ma anche quella collettiva. Che ci ha raccontato di una nuova entusiasta fratellanza e voglia di fare durante i primi giorni. Di settimane ovattate, solitarie e più svogliate a seguire. Di carenze nel sistema ma anche di incredibili risorse e capacità di adattamento, a partire dai più giovani, dagli adolescenti, privati della libertà che a quell’età è l’unica conquista.
Quello che ci aspetta ora, passato il lockdown e in convivenza con il virus, è impossibile prevederlo. Ma ora sappiamo, abbiamo la consapevolezza, di dover ricreare da capo il mondo che conoscevamo fino a ieri. Il lavoro, le relazioni, lo svago. Tutto ripartirà da nuove forme di connessione a cui saremo chiamati. Questo è il nostro tempo e questa sarà la ricostruzione. Nessuno escluso, quel che sarà dipenderà da come decideremo di essere.
E fase 3 sia!