C’era una volta un impianto per il biometano che doveva sorgere a Cisterna…anzi no, c’è ancora. Finite le favole-e la campagna elettorale-tocca tornare alla realtà. Dopo 20 anni dalle lotte contro il termovalorizzatore il nostro Comune si ritrova ancora una volta diviso tra battaglie di convenienza politica e valutazioni tecniche. Dove tutti sono corresponsabili ma nessuno, a oggi, sa o ha il coraggio di dire realmente cosa vuole fare se non rimpallare colpe e agire alla giornata. Cerchiamo allora di capire di cosa stiamo parlando, come siamo arrivati a questo punto e soprattutto a che punto siamo

L’impianto ancora non c’è ma la sua ombra è già talmente ingombrante da aver oscurato molti volti in quel di via Zanella. Se infatti la questione pareva risolta sul finire della campagna elettorale, tanto che al tema il futuro sindaco Valentino Mantini dedicò proprio il suo comizio di chiusura in piazza Saffi affermando “Il progetto sul biogas è fermo in Regione, non è stata ancora data l’autorizzazione e quindi siamo riusciti a far rivalutare la valutazione di impatto ambientale[…]queste sono parole? No, questi sono fatti”, i fatti- altri e con un epilogo differente- sono purtroppo arrivati in Comune poche settimane fa, perfettamente riassunti nel PAUR, ovvero il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale, da parte della Regione Lazio.

Valentino Mantini durante la campagna elettorale

Se vogliamo capire come siamo arrivati a questo punto e cosa ora accadrà, o meglio potrebbe accadere, occorre tuttavia fare molti passi indietro e, per quanto possibile, cercare di prestare attenzione ma senza farsi distrarre dalle-seppur legittime-ricostruzione politiche di parte.

I FATTI: a Cisterna potrebbe sorgere un “Impianto di produzione di biometano e compost da FORSU all’interno dell’agglomerato industriale, in località Via Gennaro Del Prete”. Un impianto privato la cui società proponente è la RIFUTURE s.r.l.. La società presenta istanza di VIA (Valutazione Impatto Ambientale) e PAUR alla Regione Lazio il 17/07/2020 dando così avvio all’iter che porterà all’approvazione che abbiamo visto in questi giorni.

Ma il comune di Cisterna in realtà la “voglia” di dotarsi di un impianto FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) già se l’era fatta venire un annetto prima, nel giugno 2019, sotto la guida di Mauro Carturan. Nel bel mezzo della discussione sul piano provinciale dei rifiuti e sulla conversione della Cisterna Ambiente in multiservizi, ecco qui che la parola “impianto Forsu” figura magicamente, come ultimo e quasi indifferente punto, di una delibera di consiglio avente atti di indirizzo nel “Progetto dei servizi di raccolta e trattamento dei rifiuti urbani”.

Una delibera che passò con 16 voti favorevoli e che dunque senza i 5 voti dell’allora opposizione (5stelle/PD/gruppo Innamorato, gli stessi nomi e gruppi oggi in maggioranza) sarebbe stata bocciata.

Una delibera (LINK), come riporta il testo, che prevede di “promuovere, al fine di ridurre i costi di gestione del ciclo della raccolta differenziata, la realizzazione un impianto di compostaggio praticante una tariffa FORSU favorevole”. Un elemento non proprio da sottovalutare se si considera che non viene specificato in questo atto- l’unico politico in tal senso della precedente amministrazione- né il tonnellaggio di un eventuale impianto, né l’ubicazione o comunque indicazione/raccomandazioni al riguardo, né soprattutto la natura della proprietà. Ergo a nessun privato è fatto divieto di sentirsi escluso da questa “promozione”.

Una “novità” di mercato, si potrebbe definire, se ricordiamo che il clima guerrafondaio post battaglie contro l’inceneritore dei primi anni duemila aveva prodotto ben due delibere di consiglio che esorcizzavano la nascita di impianti sul nostro territorio; nota a margine di curiosità: allora a presiedere l’assise comunale c’era Quirino Mancini, proprio come oggi. Ed è interessante vedere come elementi passati- guardare attentamente la composizione delle società- tornino ancora una volta nel dibattito attuale, anche politico.

Ma ancora di più sottolineare che in maniera precisa e puntuale la società privata ha avviato un iter, che poteva avviare, senza che politicamente nessuno sollevasse il problema per tempo, visto che oggi per tutti trattasi di problema. Un problema da sollevare non contro la società, ovviamente, ma contro la possibilità che sul nostro territorio comunale potessero sorge impianti di un tonnellaggio così elevato, che non ci fossero indicazioni comunali sul sito e altri dettagli. Soprattutto dal momento in cui, successivamente a quella delibera, Cisterna andò in conferenza dei Sindaci a proporsi come sito per il trattamento dell’organico nell’ambito del piano provinciale dei rifiuti e si iniziò a palare di un impianto da 80mila tonnellate, utile cioè a servire la provincia.

Il tutto senza che nessun atto formale venisse preteso per scongiurare questa ipotesi. Nel gennaio 2021 l’amministrazione Carturan cadde, l’iter tecnico della RIFUTURE proseguì dunque negli uffici, con la politica ora formalmente assente dopo che lo era stata volutamente per oltre un anno su questo tema.

In quello stesso mese la società presenta richiesta di adesione al Consorzio industriale, all’interno del quale ricade il sito. Ad aprile 2021 il Consorzio per lo Sviluppo Industriale Roma- Latina esprime “preliminare parere favorevole di competenza consortile finalizzato al solo proseguimento dell’iter tecnico/amministrativo del procedimento”. E nello stesso periodo si svolgono le prime conferenze dei servizi.

Il comune di Cisterna, in quel momento commissariato- parliamo della primavera 2021- assolve tecnicamente a tutte le richieste e riscontri sollevati nel corposo scambio di carte di cui si compone un’autorizzazione di questo tipo. A fine maggio la società proponente trasmette documentazione in riferimento all’autorizzazione dell’allaccio idrico e documentazione in riferimento all’utilizzazione definitiva del lotto industriale ovvero la deliberazione del Consorzio Industriale Roma- Latina con oggetto: “Agglomerato industriale di Cisterna- Utilizzazione definitiva lotto industriale alla Ditta RIFUTURE Srl”. Negli stessi giorni si svolgeva l’ultima e definitiva conferenza dei servizi a cui faceva seguito il parere favorevole con prescrizioni del Rappresentante Unico Regionale.

A Cisterna intanto la campagna elettorale entrava nel vivo e lo spettro di questo impianto cominciava ad aleggiare nei dibattiti. Punto di scontro è principalmente la “grandezza”, tant’è che si parlerà di “mega impianto”, e di contrarietà dunque a questo progetto principalmente da parte di PD e Movimento 5 Stelle a cui fa seguito anche il candidato Mantini.

A metà giungo arriva la valutazione tecnica di Arpa Lazio con le prescrizioni utili al provvedimento autorizzativo conclusivo e a luglio la determinazione, con prescrizioni, di pronuncia di Valutazione di Impatto Ambientale V.I.A. L’iter, di fatto, si conclude nell’estate 2021 sebbene per l’emissione del PAUR occorrerà, come visto, aspettare qualche mese.

Nel frattempo cosa è accaduto dalle parti della politica cisternese? A parte le dichiarazioni elettorali di cui all’inizio dell’allora candidato e oggi Sindaco Valentino Mantini, dal momento dell’insediamento della nuova amministrazione- stando a quando riportato dagli atti regionali- il Comune di Cisterna ha fatto richiesta di “sospensione in autotutela del procedimento amministrativo” presso la Direzione Regionale Ambientale solo il 24.11.2021.

Il Consigliere grillino Marco Capuzzo aveva già fatto lo stesso in data 2/11/2021. Non sono dunque presenti note e segnalazione successive all’ultima conferenza dei servizi e precedenti la data delle elezioni, dunque nessun atto formale durante la campagna elettorale. A gennaio 2022 l’iter si è ufficialmente concluso con l’emissione del PAUR e l’autorizzazione di costruzione ed esercizio dell’impianto da parte della Provincia di Latina.

E torniamo così a Cisterna: la notizia ha riacceso il dibattito cittadino in maniera prepotente ma lacunosa, a spanne. Il sindaco Mantini ha in primo luogo fatto convocare una conferenza dei capigruppo e diramato un comunicato al riguardo: “L’iter autorizzativo iniziò nel luglio 2020 con la precedente Amministrazione e si è concluso, con l’emissione della Valutazione di Impatto Ambientale, nel luglio 2021 sotto la gestione commissariale del Comune di Cisterna di Latina, lasciando in eredità alla nuova Amministrazione la difficile gestione di questa complessa vicenda. L’Amministrazione prende atto che il procedimento, nonostante le due istanze proposte, è arrivato a conclusione e la Regione Lazio ha emesso il Provvedimento Autorizzatorio.”

Il Consiglio comunale del 23 febbraio a porte chiuse

Dalla presa d’atto si è passati poi alla convocazione del consiglio comunale per dare battaglia. Per giungere poi, nelle ultimissime ore, alla convocazione della giunta. Un percorso all’inverso. Perché prima c’è stata la volontà espressa dal Consiglio comunale il 23 febbraio, che ha approvato con 17 voti favorevoli (con il solo Merolla della minoranza a votare a favore) e 6 astenuti il punto sul ricorso al Tar del Lazio avverso il Parere autorizzatorio della Regione Lazio per la realizzazione dell’impianto e poi nella stessa sera nuova riunione di Giunta, a 24 ore dall’ultima, con la quale si è dato l’incarico all’avvocato Pasquale Cristiano di proporre ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.

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