La pandemia da Coronavirus ha messo in ginocchio molte famiglie. Decine gli aiuti messi in campo dalle istituzioni, ma spesso dimenticanze e ritardi hanno reso difficile la riscossione

Sembrano molto lontani i giorni difficili del lockdown, a cavallo tra il mese di marzo e il mese di aprile, in cui è esploso il problema sociale ed economico delle persone e delle famiglie che, costrette in casa senza uscire né per lavorare né per andare a trovare un congiunto o un amico, si sono ritrovate completamente a secco, senza una fonte di guadagno e con l’urgenza del pagamento di utenze, affitti, mutui e molto altro.

Sono stati giorni difficili in cui, per fronteggiare la drammatica sospensione della vita e delle attività e per aiutare le famiglie innanzitutto a mangiare, sono stati stanziati fondi che si sono tramutati in buoni alimentari, necessari ad aiutare le famiglie in gravi difficoltà, che si sono ritrovate dalla sera alla mattina senza un lavoro, con un’attività chiusa e senza la possibilità di alcuna fonte di sostentamento per sé e per i propri figli.

Su iniziativa del Capo della Protezione Civile e della Giunta Regionale del Lazio, sono stati stanziati parecchi soldi per la distribuzione di buoni spesa con cui le persone hanno potuto acquistare generi alimentari, prodotti per l’igiene personale e della casa per sopravvivere all’emergenza sanitaria, tramutatasi anche in emergenza sociale ed economica.

I telefoni dei comuni hanno iniziato a squillare ininterrottamente poiché moltissime famiglie e persone volevano informazioni su come avere questi buoni spesa. Gli operatori dei Servizi Sociali sono stati i referenti di tantissime persone che hanno raccontato la loro storia, le loro difficoltà, il loro smarrimento di fronte a una situazione drammatica, ingigantita dall’emergenza alimentare. Questi operatori e assistenti sociali sono stati i punti di riferimento di molte persone, soprattutto padri di famiglia, che da un giorno all’altro non hanno saputo più come far mangiare i propri figli o anziani che, percependo una pensione minima, con la quale aiutavano anche i figli e i nipoti, si sono ritrovati a sopportare un peso maggiore del consueto.

A tre mesi di distanza, si può affermare che sicuramente i buoni spesa sono stati un aiuto prezioso e concreto alle tante famiglie in difficoltà che, con la ripresa delle attività, hanno sentito meno l’urgenza di chiedere aiuto. Ma la situazione generale, tuttavia, è tutt’altro che migliorata anzi, questa pandemia avrà uno strascico socio-economico di notevole impatto che sarà difficile contrastare, se non si interviene in maniera ponderata e ben oculata.

In molti comuni, comunque, c’è stata una vera e propria gara di solidarietà da parte dei commercianti di generi alimentari e dell’igiene personale che hanno donato quintali di viveri e prodotti per la cura della persona, tramite i quali i comuni sono intervenuti per tamponare le situazioni più drammatiche e dare una risposta immediata all’urgenza delle persone e dei nuclei familiari. È risaputo, infatti, che interventi come quello dei buoni spesa necessitano di tempi burocratici doverosi che non permettono l’intervento tempestivo da parte delle istituzioni.

SOSTEGNO AFFITTI: DOVE SONO I SOLDI?

La sede della Regione Lazio

Nel corso di questi drammatici giorni di aprile, la Regione Lazio ha stanziato anche risorse straordinarie per aiutare i nuclei familiari titolari di un contratto di locazione, ai quali ha destinato un contributo pari al 40% del canone d’affitto per i mesi di marzo, aprile e maggio. Potevano accedere a questo fondo straordinario tutte le famiglie che avevano avuto una riduzione o una perdita del lavoro o, per i lavoratori autonomi, la chiusura dell’attività.

Per rendere più snello l’iter burocratico, per la presentazione della domanda, non era necessario allegare nessun documento particolare ma l’istanza di partecipazione era un’autodichiarazione del cittadino che si assumeva la responsabilità di ciò che stava dichiarando. Oggi, purtroppo, tutti coloro che hanno presentato domanda di accesso al fondo straordinario sono ancora un attesa di sapere se la loro domanda sia stata accolta oppure no e che la Regione Lazio distribuisca le risorse ai comuni per la liquidazione delle somme richieste.

Molti cittadini, ormai indignati, chiamano i comuni e postano commenti ironici o furiosi perché si trovano di fronte una promessa di aiuto di cui non hanno nessuna notizia certa che aggrava, oltremodo, la loro situazione di morosità nei confronti del proprietario degli alloggi in cui vivono.

Questo del fondo straordinario per il pagamento dell’affitto non è l’unica difficoltà che i cittadini devono affrontare: è risaputo il grave problema che c’è stato per il pagamento della cassa integrazione e per il pagamento del contributo Inps ai lavoratori autonomi e ai titolati di Partita Iva.

In una situazione d’emergenza è fisiologico che qualche componente, del complesso meccanismo che fa funzionare il Paese, si inceppa e questo va a discapito degli ingranaggi più deboli che sono i primi a saltare o a smettere di funzionare perché sono più fragili degli ingranaggi più grandi.