Con la nomina del nuovo Cda, la società pubblica si appresta a vivere una nuova fase della sua storia ultra decennale. Le scelte del sindaco Mauro Carturan hanno provocato colpi di scena e le immancabili polemiche
Una Cisterna Ambiente finalmente pubblica, ma a piena trazione politica.
Il mese di maggio ha finalmente scoperto le carte della nuova società che gestirà la raccolta e lo smaltimento (e non solo) della città. O meglio il sindaco Mauro Carturan ha sfogliato la cosiddetta margherita e scelto i nomi che andranno a formare il nuovo consiglio di amministrazione. Tra nomine scontate e altre a sorprese, non potevano mancare le polemiche.
Partendo dalle nomine scontate l’avvocato Diego Cianchetti conosceva già da tempo il suo incarico. Professionista da sempre considerato un uomo di fiducia del sindaco Carturan (li lega anche una lunga amicizia), è stato infatti prima il liquidatore e poi direttore della Cisterna Ambiente. Il suo ingresso nel nuovo Consiglio di Amministrazione insomma è stato dato da tutti per scontato anche quando i nomi non erano ufficiali.
L’altra nomina “prevedibile” è stata quella del dottor Leopoldo D’Amico. Anche questa figura non una novità dalle parti di Sciangai in quanto ha già avuto un ruolo nella Cisterna Ambiente, proprio quando il sindaco era sempre Mauro Carturan.
Le sorprese invece, sono state quelle del dottor Antonello Gori e dell’avvocato Federica Censi. E su quest’ultima figura sono nate le polemiche e creata quella fase di impasse che ha congelato per qualche giorno il Cda.
La Censi infatti ha fatto parte parte dello staff dell’europarlamentare Matteo Adinolfi (Lega). Una posizione che inquadra l’avvocato nel partito di Salvini.
Pur non avendo infatti un incarico ufficiale in seno al partito, il tutto si è trasformato in un braccio di ferro tra sindaco e leghisti locali. Tra comunicati stampa, video e post su Facebook, da questa storia è emerso un malcontento del sindaco verso la Lega, che ha palesato con quel messaggio social, in cui si diceva pronto a scendere in campo se il gruppo Lega stava già pensando alle nuove elezioni. Uno spacco ricucito a quanto sembra nelle ore successive, davanti al piatto della Macir. Si perché la Lega ha sempre dimostrato il poco interesse su questo progetto urbanistico, ma nonostante questo ha votato a favore in Commissione, dando così una grossa mano al primo cittadino e all’Udc, fautori di questa riqualificazione a Sant’Ilario.
Questo patto di non belligeranza non ha permesso però di convergere su un nome comune per il Cda, visto che alla fine ad entrare nella Cisterna Ambiente è stata Monica Marasca, ex Ncd e oggi Fratelli d’Italia.
L’ex consigliera è stata subito attaccata dall’opposizione, o meglio è stata indirettamente presa da mira dai consiglieri del Movimento 5 Stelle che hanno contestato tale scelta al sindaco.
Adesso senza entrare ulteriormente nel merito di questa storia, appare chiaro che tutte le persone coinvolte vantano un passato politico ben chiaro e delineato. Quindi dire che ad oggi la Cisterna Ambiente è un’azienda si pubblica quanto politicizzata non è un eufemismo ma la semplice conseguenza delle scelte di Carturan. E la paura di molti che vedevano nella nuova Cisterna Ambiente un carrozzone per la politica si sta trasformando in realtà.