I soliti fenomeni alla ricerca del colpevole colpiscono quello sbagliato, inviando commenti di odio e minacce di morte alla persona sbagliata
Nel mondo dei social esistono diversi “fenomeni” che, alla ricerca del colpevole di un fatto orrendo come l’omicidio di Willy Monteiro, non sono capaci di trattenere la propria rabbia scagliandosi contro il primo che incontrano e che si chiama come uno degli arrestati. È successo con Gabriele Bianchi, giovane imprenditore di Cisterna ed omonimo di uno dei 5 accusati per l’omicidio del 6 settembre scorso, come lui stesso cerca di spiegare in un post Facebook:
“Lo rendo pubblico così è la prima cosa che leggete. C’ho tanti problemi di mio, non m’accollate pure l’omicidi per favore. È UN CASO DI OMONIMIA, NON SONO QUEL GABRIELE BIANCHI”
Ventiquattro ore da incubo per il malcapitato Gabriele, colpevole solo di una ‘omonimia’ e per questo bersaglio di offese e minacce da parte di chi ha deciso di dare la caccia al killer sui social network. Cadendo però in un grave scambio di persona.