Intervista a tutto tondo con uno dei talenti più promettenti del panorama artistico locale. Classe ‘92, vanta alle spalle già molti progetti e collaborazioni illustri come in Edicola Fiore, Roxy Bar, Zelig. Inoltre è tra le nuove voci di Radio Antenne Erreci
Ciao Shany. Un curriculum tutto da invidiare per un ragazzo così giovane. Molte le collaborazioni importanti e i progetti su cui hai lavorato. Ci fai un riassunto della tua carriera?
Nei primi anni dell’adolescenza volevo diventare un chitarrista (suonavo per il Coro San Michele Arcangelo di Velletri del compianto e Rivoluzionario Don Gaetano Zaralli), ero troppo timido per immaginare un approccio alla Recitazione. Rifiutavo ogni forma di esibizionismo parlata. Mi piaceva stare in silenzio ed ascoltare… ma quando mi trovavo uno strumento musicale fra le mani tutto cambiava. Poi, quando il condominio cominciò a telefonare ai vigili per farmi smettere con la batteria e la chitarra elettrica fui costretto a trovare una soluzione. Mi accorsi che sapevo imitare alla perfezione la voce di un mio parente, così iniziai con gli scherzi telefonici (fu vittima anche sua Madre, che ci cascò in pieno più volte, ndr). Così pensai di poter giocare qualche carta come imitatore e fu così che aprii le porte alla recitazione dimenticando in pochi anni cosa volesse dire essere timidi. Un miracolo. Il mio vero battesimo artistico avvenne nel 2008 alla Corrida di Lariano, un varietà di piazza estivo ispirato al noto format televisivo. Avevo 16 anni. Ritengo quello come il mio inizio perché da lì a poco morì mio padre, e promisi a lui e a me stesso che avrei fatto buone cose come artista. Nel 2009 frequentai l’Accademia di recitazione diretta da Enrico Brignano, affrontai le prime serate come cabarettista nei locali e nelle piazze scrivendo e interpretando i miei primi monologhi, unendo a tutto ciò più di un’esperienza anche nel teatro drammatico. Le prime grandi soddisfazioni arrivarono intorno al 2014, quando debuttai in Rai come imitatore. Da lì in poi tante cose belle: presi parte al cast di ’Edicola Fiore’ con Rosario Fiorello, gli spettacoli al Salone Margherita di Roma, al Roxy Bar di Red Ronnie, al Teatro Ariston di Sanremo, allo Zelig di Milano, al Teatro Puff di Lando Fiorini, al Teatro Brancaccio, al Teatro Olimpico insieme a Paolo Bonolis, Al Bano e a tanti altri giganti. Altre esperienze televisive, il piccolo debutto al Cinema nel Film “Permette? Alberto Sordi” di Luca Manfredi, le esperienze come autore di Dado, Maurizio Mattioli e Carmine Faraco di Colorado, la pubblicazione del mio primo libro di Poesie Romanesche “Quanto sei bella Rima”, molte Radio Nazionali e Locali, l’attività di videomaker sul web che a volte ha sfiorato il milione di visualizzazioni. Tante gioie ma troppe fregature…
Comico, cabarettista, attore, imitatore, poeta, cantautore, speaker radiofonico e musicista. Quale tra questi rappresenta più lo Shany Martin di oggi? Cerca di capire: sono anni che cerco di capirlo e non l’ho ancora capito. E forse mai lo capirò. Probabilmente ho soltanto capito che mi piace non capirlo. Capito?
Un periodo artistico che ricordi con piacere e uno con meno.
Rimpiango con tenerezza i pomeriggi in cui cominciavo a suonare la chitarra nella piccola cucina di Zia Carla: mentre cucinava un carciofo alla giudìa e una montagna di fettine panate mi faceva scoprire gli stornelli Romaneschi e io cercavo di capire quali accordi sulla chitarra fossero più giusti per quei canti Trasteverini. E’ quello il periodo che tengo più a cuore: quello in cui cominciavo a scoprire di saper fare qualcosa e lo facevo per il semplice gusto di farlo. Aver cominciato con la musica ed aver proseguito come attore è una fortuna che sto cominciando a valutare solo oggi. La recitazione è collegata al campo musicale più di quanto si pensi: è questione di intonazioni, di ritmi, di silenzi. Per questo cerco di portare a pari passo le due cose studiando e suonando all’incirca una decina di strumenti. Ogni attore dovrebbe acquisire un minimo di competenza musicale per migliorare il proprio lavoro. Così come ogni musicista dovrebbe conoscere qualche segreto della recitazione. Inutile dire che il periodo artistico che ricordo (anzi, che purtroppo ancora non è diventato un ricordo) con meno enfasi è sicuramente quello che stiamo attraversando oggi. E’ una Pandemia che purtroppo andrà a divorare sempre di più l’intelligenza e la salute spirituale delle persone, oltre a quella fisica.
Un pò di attualità. Questo ultimo anno è stato delicato e complesso sia dal punto di vista professionale con le strutture chiuse e l’impossibilità di esibirsi, che dal punto di vista personale. Come ha vissuto e stai vivendo questo periodo e cosa hai riscoperto?
Ho scoperto una passione per l’Astronomia, per il disegno ed ho iniziato a studiare doppiaggio. Ammetto che durante il primo lockdown, quando ancora non capivamo bene cosa stesse succedendo ed eravamo obbligati a stare chiusi in casa, avevo più energia e reattività in confronto ad oggi nel cercare una reazione a tutti i costi. Oggi comincio ad essere stanco… come tutti, d’altronde. Ci sono notti in cui non riesco a dormire e resto a fissare il soffitto per ore pensando al fatto che gli anni che stiamo perdendo non ce li restituirà nessuno: sarà un bilancio completamente negativo. Quando tutto questo finirà dovremo correre per recuperare il tempo perduto. Qualcuno ce la farà, qualcun altro no. E’ questo quello che mi spaventa di più. L’unica cosa che ad oggi possiamo fare per resistere è nutrire lo spirito allo stesso modo in cui nutriamo il nostro corpo. Ascoltando la musica giusta (andate su Google e fate una ricerca sul cosiddetto ‘Effetto Mozart’), trovando nuove passioni, mangiando bene il più possibile. Pensa che all’inizio di questa tragedia raccolsi racconti e testimonianze scritte di molti Italiani in quarantena con l’intenzione di pubblicarli in un libro. Spero che prima o poi questo progetto riesca a vedere la luce, sarebbe un importante documento storico per le generazioni di domani.
Gli ultimi progetti. Attualmente sei in onda periodicamente sull’emittente radiofonica Radio Antenne Erreci con “Piacere Shany Martin” e da poco hai scritto il tuo primo libro di poesia romanesca “Quanto sei bella Rima”, giunto alla terza ristampa. Cosa hai in mente per il futuro?
Riuscire a riadattare in linguaggio radiofonico il repertorio che prima della Pandemia proponevo dal vivo è stata una grande sfida. “Piacere, Shany Martin” è iniziato lo scorso novembre, improntando le prime puntate sul taglio del varietà. Racconti, imitazioni, le mie canzoni satiriche, qualche poesia romanesca tratta dal mio libro. Adesso siamo alla seconda stagione e ho sentito il bisogno di sterzare per pura voglia di sperimentazione: non mi diverto più ad andare sul sicuro. Ho smesso di produrre video che accumulavano centinaia di migliaia di click perché ripetere le stesse cose non mi dà la soddisfazione che dovrebbe dare questo lavoro. Ho scelto di fare l’attore perché mi piace trasformarmi, perciò credo che reinventarsi sia un diritto ed un dovere. Il punto forte delle nuove puntate sta nel fatto che racconto (a modo mio, senza rinunciare ad una venatura di commedia) le favole più conosciute, da Hansel e Gretel a Pinocchio. Riscrivendo i testi, cambiando le voci per i vari personaggi, scrivendo le sigle musicali. Provo semplicemente a fare la radio che vorrei sentire quando la accendo nel ruolo di ascoltatore. Non mi sono mai piaciuti i palinsesti saturi di musica e carenti di parole. E quella che all’inizio sembrava una pura esigenza lavorativa dovuta alla chiusura dei teatri, oggi sta diventando una forte passione. Per quelli che lo vorranno, tutte le puntate sono disponibili sul web digitando “Piacere, Shany Martin”. O semplicemente seguendomi sui miei canali social. Per il futuro ho intenzione di stare bene. A volte mi viene difficile ma ci sto lavorando…