Le scadenze imposte dalla regione hanno messo fretta a tutti. È lotta contro il tempo in provincia per la discarica: nella relazione dei tecnici vengono individuate tre aree del comune di Cisterna. Si tratta del sito ex GoodYear e due cave. Un impianto da 30 mila metri cubi esteso su un’area di 13 ettari
“Vogliono appiopparci la discarica e non c’è nessuno che ci difende!”
Questo in modo molto semplicistico è l’allarme lanciato da una parte della classe politica locale (ieri al governo), in merito alla discarica in provincia, anzi a Cisterna. Si perché ad oggi ci sono molte, moltissime possibilità che il sito che raccoglierà i rifiuti per la provincia possa sorgere nel comune agricolo pontino.
Leggendo la relazione tecnica da parte della Provincia di Latina, quella di Cisterna è un’ipotesi concreta. L’ex sito della Good Year, insieme ad alcune cave, sono le zone che potrebbero essere interessate per la creazione della discarica. Ma far passare il messaggio che oggi si sta decidendo senza la componente politica cisternese in provincia non è proprio la cosa più esatta, anche perché negli anni passati, la poltrona di rappresentanza in via Costa è sempre stata occupata. Per capire meglio bisogna fare un piccolo viaggio temporale.
La Giunta Regionale del Lazio con Deliberazione n. 49 del 31.01.2019 ha approvato le Linee guida del Piano regionale dei Rifiuti, che ha tra i principi fondanti la chiusura del Ciclo dei Rifiuti all’interno di ogni ATO (Ambito Territoriale Ottimale).
Sui criteri stabiliti dalla Regione si è mossa la Provincia di Latina, avviando un serrato confronto tra i Sindaci attraverso lo strumento istituzionale della Conferenza dei Sindaci, con molteplici sedute tenutesi dal 23/01/2020 al 07/07/2020. Proprio in data 23/01/2020, la Provincia ha istituito, insieme ai Sindaci, un apposito tavolo permanente, avente l’obiettivo di avviare un percorso condiviso, per l’individuazione di uno o più siti di stoccaggio della frazione secca residua, all’interno del territorio provinciale. Nella relazione della seduta del 14 maggio 2020 si legge: “Alla luce delle norme di legge, e ai limiti fissati per la realizzazione degli impianti di trattamento, di fatto restano come possibili siti le aree industriali dismesse. Possiamo quindi avviare il nostro percorso dalla proposta del Comune di Cisterna di realizzare un impianto da 30mila metri cubi su un’area di 13 ettari, poi possiamo anche pensare, una volta costituito il Consorzio, di prendere in carico la bonifica delle aree come quelle della discarica di Borgo Montello recuperando la quota delle tariffe a questo destinata”.
Come ci si arriva a Cisterna e ai 13 ettari? Prima della sua caduta, l’Amministrazione comunale del sindaco Mauro Carturan aveva avviato un iter politico-amministrativo per realizzare un proprio impianto. Questa mossa è stata recepita in Provincia come una sorta di stimolo sull’indirizzo da seguire per i sindaci degli altri comuni della Provincia. La volontà di Cisterna di realizzare un impianto da 7mila metri cubi su un’area di 13 ettari, è stata vista come una possibilità per tutti aumentando la capienza. Carturan era sempre stato sibillino in consiglio sulla reale capienza del sito, ballando tra le 7mila e le 30mila. Insomma mica poco. Quella delibera di consiglio è stata votata quasi da tutti, opposizione compresa. Soltanto il gruppo Del Prete si è astenuto dal votare quella delibera, lamentando proprio che quella non era una sito destinato ai soli cisternesi.
Alla luce di questo excursus temporale, ed in considerazione della presenza negli ultimi due anni di un rappresentante dell’amministrazione cisternese al tavolo permanente in Provincia, diventa abbastanza chiaro che dare la colpa alla mancanza attuale dell’amministrazione comunale in via Costa è un pochino riduttivo quanto fuorviante. A testimonianza di ciò le determinazioni della Provincia e ratificate alla Regione Lazio, che risalgono a ben prima della caduta del sindaco a Cisterna. Insomma se si doveva fare o dire qualcosa, bisognava farlo più di un anno fa.
“No alla discarica nell’area della ex Goodyear. No all’utilizzo delle cave dismesse sul territorio comunale”. Parole e musica di Mauro Carturan. Era la fine del mese di novembre e l’allora sindaco di Cisterna ribadiva il secco no ai colleghi in Provincia sulla possibilità di una discarica nel territorio di Cisterna. Inoltre in quel frangente, l’ex primo cittadino aveva ricordato agli altri sindaci del territorio che la sua amministrazione si stava muovendo in altre direzioni per la ex Goodyear, avviando uno studio di fattibilità per la creazione di un sito di compostaggio nell’area industriale della città.
Ecco, da un sito di compostaggio come si è arrivati ad una discarica? Questo perché le due cose in realtà dovevano in origine sorgere sulla stessa area e servire l’intera Provincia di Latina, ma ovviamente nessuno si è offerto di accogliere una discarica. Discorso inverso invece, per il sito di compostaggio. E proprio davanti a questa situazione d’impasse, il Comune di Cisterna aveva fatto uno scatto con quella delibera di consiglio, tentando di smarcarsi dalla Provincia e iniziando un percorso “solitario”. Una mossa che ha così messo fretta agli altri Comuni.
Quello del sito di compostaggio avallato in sala delle adunanze è un progetto preliminare che dà solo il via alla progettazione vera e propria. Ma come in un effetto boomerang, l’idea dei consiglieri – di avviare un percorso sui rifiuti per l’autonomia della sola città Cisterna – si sta trasformando nella soluzione per l’intera Provincia. Nelle ultime settimane più di qualche ex esponente della maggioranza ha lanciato appelli per evitare la trasformazione dell’ex Good Year in una discarica. Prima Renato Campoli e poi Alberto Filippi si sono opposti pubblicamente a questa possibilità, seguiti anche dai civici di Maria Innamorato, seppur attaccando gli ex della maggioranza. Anche il comitato di Isolabella e Olmobello si stanno mobilitando per evitare che la loro frazione agricola diventi la pattumiera della dell’intera provincia.