Un problema di “peso”: parte della cittadinanza elude il controllo e non effettua la raccolta differenziata in centro. Tutta colpa delle 19 isole ecologiche, costate quasi un milione di euro, ma sprovviste di bilancia per la pesatura
Torniamo ad occuparci a distanza di anni delle isole ecologiche informatizzate, quelle sparse per il centro. Che cosa c’è di nuovo? Che non fanno quello che dovrebbero fare. Secondo quanto segnalato da alcuni cittadini, che conferiscono i rifiuti appunto nelle isole informatizzate, c’è il modo per “aggirare” ogni controllo e smaltire l’immondizia senza dover per forza differenziare e questo le rende di per se malfunzionati.
Attenzione, sia ben chiaro, questo articolo vuole informare quanto accade e non essere uno spunto per conferire i rifiuti come non si deve. Nel nostro piccolo abbiamo sempre richiamato la città su questa delicata tematica al buon senso civico, cercando di rispettare tutti insieme la nostra terra. Insomma in parole povere ognuno deve fare il suo, anche se le isole informatizzate non funzionano a dovere.
Fatta questa doverosa premessa, adesso vi spieghiamo il perché le isole non funzionano come dovrebbero: attraverso una tessera nominale si aprono i diversi sportelli delle aree di raccolta delle isole, che sono plastica, vetro, carta e indifferenziato. Abbiamo fatto la prova con un cittadino e basta aprire gli sportelli, senza buttare nulla all’interno, per ricevere (a volte) lo scontrino di avvenuto conferimento.
Da qui non ci vuole la scienza per aprire tutti gli sportelli per poi buttare tutto nell’indifferenziato senza differenziare. Ribadiamo, questo è sbagliato e non si deve fare, ma purtroppo accade. Questo perché non c’è alcuna pesatura al momento del conferimento, ma solo lo “scatto” di apertura dello sportello. Cosa, quella della pesatura, che invece era prevista, come ben scritto a chiare lettere nel bando aperto anni fa dal Comune per l’acquisto di queste isole ecologiche.
E quel bando (con tutti i ricorsi e contro-ricorsi da parte della ditta esclusa), chi ha una buona memoria lo ricorda bene.
Adesso non staremo qui a ripercorrere quella vicenda, anche dai risvolti giudiziari, quel che adesso è importante comprendere è quanto è stato speso e a cosa servono le isole ecologiche informatizzate senza pesatura.
Il progetto come è noto a tutti nasce, nell’ambito del PLUS Cisterna cofinanziato dalla Comunità Europea per tramite della Regione Lazio. Nella relazione regionale si legge testualmente sulla nota inerente al capitolo di spesa: “Sistema raccolta differenziata informatizzata – Contributo concesso: 914.962 €. L’intervento è finanziato con le economie derivanti dai ribassi d’asta conseguiti a seguito delle gare d’appalto delle opere pubbliche. È prevista la realizzazione di un sistema integrato per la raccolta differenziata dei rifiuti, attraverso isole ecologiche informatizzate fisse e mobili”. Ben 19 aggiungiamo noi, dislocate su tutto il centro della città, portando quindi la raccolta differenziata in un’area fino a quel momento scoperta.
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Doveva essere una vera rivoluzione del servizio di raccolta dei rifiuti, unico in quel momento in provincia di Latina, che doveva portare maggiore pulizia e un maggiore spazio nel centro cittadino, ma a distanza di anni tutto questo è rimasto in parte irrealizzato.
Si perché ad oggi non si conoscono i reali numeri della raccolta in centro, quei pochi risultano poco attendibili perché inficiati da chi decide di non conferire nel modo giusto.
Senza quella del peso e dell’obbligo di diversificare i rifiuti, queste isole così servono a ben poco. Si tratta dell’ennesimo progetto finanziato con quei fondi del PLUS, che a distanza di pochi anni mostrano tutte quelle problematiche già segnalate al tempo, ma che nessuno ha voluto “dare il giusto peso”. Ma ieri come oggi, questo sembra importare davvero poco, nonostante una spesa di quasi un milione di euro.