Ci eravamo lasciati con tante buone premesse e promesse, per continuare a tenere #Cisterna nella modalità “oasi felice”, ma non ci siamo riusciti
Il Covid nel mese è entrato di nuovo prepotentemente nella nostra quotidianità. I numeri in città, giorno dopo giorno sono diventati preoccupanti e poi allarmanti con picchi giornalieri anche di ventuno positivi.
Noi che a giugno, quando la fase due era già a pieno regime, contavamo poco meno di quaranta persone contagiate. E invece all’alba di ottobre abbiamo sfondato il muro dei cento. C’è chi parla di effetto ritorno dalle vacanze, oppure chi alla riapertura delle scuole.
Le realtà in questo caso sono due, ma nessuna di quelle precedentemente elencate. La prima: sono aumentati il numero dei tamponi e controlli, l’aumento dei positivi è un fattore quindi statistico. La seconda è prettamente sociologica: abbiamo mollato un po’ la presa e il Covid di conseguenza ha stretto la sua presa.
Da queste parti siamo stati un po’ “naif”, pensando erroneamente di essere appunto un’oasi felice. Si è pensato di portare in porto (scusate il gioco di parole) una festa patronale, e non contenti si è provati ad imbastire una tre giorni di street food. Ma nulla in confronto alla preselezione dei concorsi al ruolo di istruttore per il Comune di Cisterna, rinviato sul filo di lana. Per fortuna. Immaginate un esercito di 891 persone, fuori al Palazzetto dello sport pronte a prendere posto.
L’aspetto più preoccupante di questo momento è la poca informazione che sta facendo il Comune.
Tranne qualche apparizione, tramite nota stampa o video del sindaco, che richiama a rispettare le normative, non c’è un vero e proprio canale con stampa e cittadinanza per tenere costantemente aggiornati tutti. Si respira per questo un clima quasi irreale, perché solo leggendo i numeri giornalieri dal bollettino dell’Asl ci accorge che Cisterna nelle ultime settimane è comparsa sempre tra i comuni più colpiti. Ma sul sito del comune oltre a vademecum, decreti e disposizioni da seguire, non ci sono informazioni sull’andamento del virus in città.
Chi scrive non capisce nulla di sanità e credetemi, dopo mesi a sentire esperti, luminari, virologi e quant’altro parlare del virus, il caos che c’è nella mia testa è maggiore dei dubbi che mi accompagnavano all’inizio della pandemia. Di certo è impensabile oggi tornare a quei giorni di serrata, anche se stiamo vivendo una fase di nuovo stringente, che ci porterà per l’ennesima volta a modificare le nostre abitudini.
Consci che la mascherina sarà una nostra fedele amica per molto, molto tempo.