Il 31 luglio era il termine ultimo per presentare domanda di partecipazione al prossimo campionato di Eccellenza e tra le formazioni non c’è quella biancoceleste. È la fine di una storia iniziata solo un anno fa e che testimonia la crisi del calcio in città. Altre formazioni infatti sono in difficoltà
È finita per davvero. Nella lista delle società iscritte al prossimo campionato di Eccellenza laziale non compare la Pro Cisterna.
Queste sono le notizie che trapelano da Roma, sponda comitato regionale. Il 31 luglio sono scaduti i termini per presentare l’iscrizione al massimo campionato dilettantistico laziale e la storica formazione biancoceleste non avrebbe inoltrato nessuna richiesta di partecipazione alla stagione 2021/2022. I brutti presagi, seguiti dai silenzi di una società letteralmente sparita si sono materializzati nell’ultimo mese. I giocatori accasati in altre squadre sono stati i primi indizi di quello che stava accadendo.
Sembra assurdo ma un anno fa, di questi tempi, la storia era completamente diversa. L’approdo della famiglia Tuccillo-Pichi era stato accompagnato da promesse e grandi aspettative. Arrivati come salvatori della patria dopo le difficoltà economiche della precedente gestione, hanno finito per far scomparire la società più vecchia della città, dopo aver anche traslocato a Genzano con l’altra squadra, quella di calcio a 5.
In poco tempo tutto è cambiato, stravolto. Nel mezzo il braccio di ferro con la vecchia amministrazione sull’uso delle strutture. Dopo appena due anni dal ritorno nel massimo campionato dilettantistico regionale la Pro Cisterna non c’è più. Di nuovo. E questa volta il tutto si è consumato senza frastuono, polemiche o quant’altro.
Questa volta tutto si è consumato nel silenzio e anche nell’indifferenza. Colpa dei protagonisti, colpa di una storia che a forza di rivederla e riviverla per anni – seppur con personaggi diversi – ha davvero stufato. Mai un atto di responsabilità, mai un atto di vero amore, se non quello dei tifosi, unici che da questa storia possono uscire a testa alta. Su di loro è stato detto di tutto, ma in fin dei conti hanno sostenuto sempre tutte le società che si sono alternate in questa vicenda. Viaggiando per il Lazio e senza mai avere una casa propria dove poter sostenere la squadra.
Se dopo tre anni dalla sua resurrezione la squadra più importante della città questa scompare di nuovo è perché come al solito si è finiti per fare il passo più lungo della gamba. E la politica in questa sciagurata fine non è esente da colpe. Vicina alle sorti biancocelesti per spot ma mai quando c’era bisogno di fare qualcosa per davvero. In dieci anni non si è riusciti a concludere i lavori al Bartolani per renderlo pienamente agibile e fruibile. Questo dice già tutto.
Il calcio però a Cisterna però non finisce qui. Per continuare a vedere qualcuno correre dietro ad un pallone bisognerà spostarsi nella frazione di Doganella, campionato di Prima Categoria. Ad oggi è la categoria più alta presente sul territorio. Perché oltre alla Pro anche il Macir ha fatto sapere che non prenderà parte ai campionati con la prima squadra e farà solo il settore giovanile.
Negli ultimi anni e non solo per il Covid stiamo assistendo ad una debacle per il calcio dei grandi che inizia da lontano e non può essere solo figlia delle strutture e il loro utilizzo. Troppo spesso, anzi quasi sempre, i personalismi vincono sempre sul principio del “progetto comune”. E così il movimento è destinato a rimanere chiuso in un circuito che non permette alcuna crescita, ma solo apparizioni estemporanea, come appunto la Pro Cisterna.