E dunque sembra essere finita davvero questa volta. Mauro Carturan non è più sindaco di Cisterna. Di nuovo, a distanza di qualche giorno, giusto il tempo per far riorganizzare i consiglieri dopo lo schiaffone preso con la sospensiva del Tar.
Una vecchia battuta da cabaret recita: “molti dei nostri politici sono degli incapaci, i restanti sono capaci di tutto” e, forse forse, a Cisterna siamo riusciti ad unire le due classi descritte. Sì, perché con un’azione del tutto discutibile- in questo preciso momento- si è deciso che un tribunale amministrativo non debba avere voce in capitolo dopo gli evidenti errori di formulazione della oramai famosa mozione di sfiducia di qualche settimana fa.
Una sorta di sospiro di sollievo di una classe dirigente neanche in grado di produrre nella forma corretta uno degli atti più semplici. Tutto questo fa rabbrividire se si pensa che da questi personaggi molto probabilmente uscirà fuori la classe politico-dirigente del domani.
I tanto autoproclamatosi “capaci e affidabili” di fronte ai loro fallimenti tirano fuori il peggio di se stessi. Correndo a soluzioni estreme pur di non assumersi mezza responsabilità delle loro azioni. Un’arroganza figlia di un certo infantilismo e personalismo estremo, che mette a nudo i limiti umani e politici dei cosiddetti nuovi adepti partitici.
I partiti in tutta questa storia hanno svolto il ruolo di padri-padroni, avvantaggiati dal canto loro dall’inconsistenza e dalla sudditanza nei loro confronti dei vari Sambucci, Di Cori, Innamorato, Santilli e Capuzzo. Pronti a tutto -ma a fasi alterne e senza una strategia chiara- pur di buttare giù un sindaco non più gradito, nonostante le belle parole di circostanza (e i voti) di alcuni in campagna elettorale.
Mauro Carturan non è certo meglio in questa storia. Anzi, chi è causa del suo mal pianga se stesso verrebbe da dire. E proprio lui ha dato il là a questa sudditanza, col pietismo che gli è solito sfoderare quando si trova alle strette, nei confronti dei partiti ex alleati a cui fino all’ultimo ha chiesto l’assoluzione.
Le amministrazioni quando non hanno più una maggioranza cadono, ed è giusto così. Ma all’interno di questa sfiducia c’è tutto tranne che la politica. C’è innanzitutto un modello sbagliato di amministrazione, che ormai a Cisterna si riproduce sempre peggio lasciando strascichi sempre peggiori.
Ieri, in silenzio e alla svelta, 14 consiglieri si sono dimessi dopo aver fallito con la mozione e prima ancora in amministrazione. In questi mesi nessuno ha spiegato nulla alla città, salvo gli one man show del Sindaco Carturan seguiti dal commento di qualcuno. Una volta offeso, una volta indignato, un’altra deluso. Una classe dirigente che, appunto, non decide né dirige. Rincorre, sperando di arrivare prima.
E già che abbiamo parlato di partiti: il notaio presso il quale i consiglieri si sono dimessi è fresco di nomina da parte del pontino Claudio Durigon come responsabile lega della città di Roma. Tutto in famiglia insomma, ma sempre fuori Cisterna.